IL VANGELO DEL GIORNO
IL VANGELO DEL GIORNO
Entrando in chiesa anche un ateo dice "che bello!"
La Predica corta della domenica, in novembre l'omelia di Padre Adolfo Scandurra
09 Novembre 2025 - 00:05
DEDICAZIONE DELLA BASILICA LATERANENSE - FESTA
Va bene fare festa per un santo, un discepolo di Cristo che ha dato la vita per il Vangelo con il martirio o ha beneficato i poveri, gli ammalati, i bisognosi di ogni tipo; ma fare festa per la dedicazione (consacrazione) di un edificio … per di più soppiantando la liturgia della domenica, della Pasqua settimanale! Non è un po’ eccessivo?
Mi metto nei panni dei cattolici del Burkina Faso o di Timor Est che questa domenica, come noi, celebreranno questa festa senza aver mai visto il Laterano e nemmeno una vaga idea di dove e come sia … Cosa gliene importa a loro? Importerà ai cattolici di Roma perché è la chiesa del loro vescovo; c’è, infatti, la cattedra del papa. Invece, la Chiesa, nella sua sapienza, pensa che questa festa ci riguardi tutti. Il motivo è uno: è la chiesa madre di tutte le chiese, la prima, per data e dignità, di tutte le chiese d’Occidente.
È la prima ad essere pubblicamente consacrata, dopo l’editto di Costantino, da papa Silvestro il 9 novembre 324. Qual è l’originalità di questa festa “cattolicissima”? È questa: l’edificio ci vuole! I cristiani hanno bisogno di riunirsi per celebrare l’eucaristia e hanno un corpo, quindi appena possono costruiscono una chiesa. Ne ho viste di tutte le misure e di tutte le fogge, belle e brutte. Pur nella loro diversità hanno in comune la stessa funzione di Nostro Signore: fare incontrare il cielo con la terra, Dio con gli uomini.
Infatti, Gesù Cristo, nel vangelo di oggi, si identifica con il tempio da cui fuoriesce (dal lato destro, come dal Suo fianco) l’acqua risanatrice del battesimo. Il Salvatore arde di zelo per l’incontro tra il Padre e i suoi figli ribelli e disorientati. È pronto a tutto, offre se stesso per creare questo luogo di incontro, prepara e inaugura la nascita della Sua Chiesa, sacramento della sua Presenza.
Durante il mio servizio in Romania, ho visitato i luoghi del martirio dei vescovi della chiesa greco-cattolica: hanno fatto una fine orribile sotto il regime comunista per rimanere fedeli al Papa, a Roma, non per non rinnegare Cristo! Gli avevano offerto di diventare vescovi della chiesa ortodossa e si sono rifiutati. Perché erano così testardi su questo? Tutto sommato, non è forse un dettaglio? Nella logica dell’Incarnazione no.
Senza quel legame con la chiesa madre del Papa si rompe la catena di credenti che ci àncora saldamente a Cristo. Egli diventerebbe un’idea fumosa, plasmabile secondo le mode della fase storica, alla fine diventerebbe l’ennesimo espediente fallimentare dell’uomo per salvarsi da solo. «Là dove non c'è tempio, non vi saranno dimore» scriveva T. S. Eliot. Un modo bellissimo e poetico per dire tante cose, ne vorrei cogliere una, se riesco.
Sarà per questo che, quando entrano in certe chiese, perfino gli atei dicono “che bello!”. Se non ci fosse un luogo per incontrare Dio, il senso del cosmo e della storia, tutto sarebbe svuotato di valore: le dimore diventerebbero tane, le giornate diventerebbero tempo che passa, i corpi vuoto a perdere, la materia opaca e opprimente










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