Lunedì 27 Ottobre 2025

cinema

C-14, il film sulla Sindone “come un Codice Da Vinci, ma senza bugie”

Presentato al Palazzo delle Competenze il nuovo film di Eriadorfilm: tra scienza, fede e mistero

Bassano del Grappa diventa set e simbolo di un nuovo progetto cinematografico che unisce ricerca storica, tensione narrativa e ambizione internazionale. Sabato 25 ottobre, al Palazzo delle Competenze, la casa di produzione Eriadorfilm ha presentato ufficialmente C-14, il primo thriller dedicato al mistero della Sacra Sindone di Torino. L’incontro, alla presenza del regista e sceneggiatore Antonello Bellucco, dello sceneggiatore Giuseppe De Concini e della produttrice Giulia Bellucco, ha anticipato i contenuti di una pellicola che punta a riportare il cinema italiano al centro della scena mondiale. Nella stessa sede si sono tenuti i casting ufficiali, aperti anche a giovani attori del territorio.


Prodotta interamente in Italia, C-14 è una scommessa per l’industria cinematografica veneta. La produzione, composta in gran parte da professionisti under 35, intende coniugare la solidità della tradizione con una visione narrativa capace di dialogare con il pubblico globale. «È un film che nasce tra il Veneto e l’Alto Adige, con location tra Bassano, Marostica e la provincia di Bolzano», ha spiegato Bellucco, sottolineando la volontà di restituire alla provincia veneta un ruolo attivo nella grande produzione.

Al centro della sceneggiatura, un intreccio che fonde storia, fede e scienza. Il titolo rimanda al famoso test al radiocarbonio del 1988, il “C-14”, che datò la Sindone al 1300. Il film si apre però a nuove interpretazioni e recenti scoperte che collocano la reliquia in un contesto più antico, avvicinandolo al I secolo dopo Cristo. L’idea nasce da un confronto con un sindonologo padovano e da un’intuizione legata a una moneta dell’imperatore Giustiniano II: un conio d’oro del VII secolo che, secondo alcuni studi, riprodurrebbe con sorprendente precisione i tratti del volto impresso sulla Sindone.

“C-14” racconta questa indagine attraverso il linguaggio del thriller. Il protagonista, un professore universitario emarginato dal mondo accademico, si trova al centro di una lotta tra scienza e fede, tra verità e potere, in un racconto che include anche la figura dell’Anticristo e del Papa, simboli di due poli spirituali contrapposti. Nove i personaggi principali, inseriti in un cast di oltre ottanta interpreti, tra i quali, anticipa la produzione, anche qualche volto noto del panorama cinematografico statunitense. «Abbiamo voluto costruire figure complesse, dove il bene e il male convivono nella stessa persona», ha spiegato De Concini.

La sceneggiatura, sviluppata in cinque anni di lavoro, intreccia fiction e riferimenti documentati, con l’intento di offrire un racconto accessibile sia a chi crede sia a chi si avvicina al tema con curiosità scientifica. Non un film di propaganda, ma un viaggio investigativo sul mistero di un’immagine che, a distanza di secoli, continua a dividere e affascinare. «Un Codice Da Vinci sulla Sindone, ma senza bugie», sintetizza il regista, evidenziando la scelta di fondare la trama su dati e studi verificabili.

Eriadorfilm, nata a Padova nel 2013 e trasferita a Bassano nel 2023, è una realtà con radici familiari e vocazione internazionale. Guidata da Giulia Bellucco, figlia d’arte con esperienze tra Milano e Stati Uniti, la casa di produzione ha collaborato con grandi produzioni americane del calibro di Warner e Magnolia, tra cui la serie di Sylvester Stallone per Paramount. «Oggi – ha dichiarato la produttrice – vogliamo riportare in Italia ciò che abbiamo imparato all’estero e valorizzare i talenti del nostro territorio».

Il film, ambientato nel 2033 – data simbolica che segna i duemila anni dalla morte e risurrezione di Cristo – prevede flashback storici della crocifissione e del sepolcro, realizzati con cura filologica. Le riprese inizieranno a febbraio 2026 e dureranno cinque settimane, con l’obiettivo di presentare la pellicola al Festival del Cinema di Venezia e distribuirla nelle sale a novembre dello stesso anno.

Nonostante l’assenza di contributi e del supporto della Veneto Film Commission, ma forti del sostegno del Ministero della Cultura, la produzione ha scelto di procedere con mezzi propri. Una decisione che testimonia la determinazione di un gruppo giovane e competente, convinto che il cinema possa ancora essere luogo di ricerca e di racconto. «Un uomo solo davanti a un muro è fermo, in due si può immaginare una via di fuga», ha concluso Bellucco, citando il lavoro di squadra come chiave del progetto.

Con C-14, Bassano del Grappa, ma con lei tutto il Veneto e il panorama italiano, si prepara a diventare il punto d’incontro tra cinema e fede: un racconto che non pretende di dare risposte, ma di rimettere al centro la domanda sul volto di Cristo, quella che da secoli interroga scienziati, credenti e curiosi. Un mistero che continua a parlare, oggi come allora, anche attraverso la luce di uno schermo.

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