Per gentile concessione dell’autore pubblichiamo l’intervento del cardinale Sako sulla situazione dei cristiani in Iraq
Le osservazioni che seguono non hanno altro scopo che quello di contribuire alla comprensione dell’attuale realtà e di sollecitare una saggia e attenta revisione da parte di tutti per trovare chiare soluzioni pratiche per il bene comune, soprattutto per proteggere i cristiani e le minoranze.
I cristiani sono nel cuore dell’Iraq e all’origine della sua antica civiltà. Costituiscono una parte essenziale del variegato tessuto culturale, sociale, nazionale e religioso dell’Iraq e del suo patrimonio di civiltà: caldeo, assiro, siriaco, arabo, curdo, turkmeno, yazidi, mandeo… I cristiani per natura amano la vita, la natura e la conoscenza. Sono noti per essere pacifici e non attaccano nessuno. Rispettano gli altri e li considerano fratelli e sorelle. La loro sincerità e lealtà parla di loro. Ne parlano anche tutte le scuole di alto livello, gli ospedali professionali, i dipendenti onesti, gli orfanotrofi, le case di cura per anziani ed emarginati, per non parlare delle opere di beneficenza, in particolare “Caritas”.
Il PASSATO GLORIOSO
Questa terra, prima che i musulmani vi arrivassero dalla penisola araba a metà del VII secolo, era cristiana e ricca di monasteri, chiese e scuole, (vedi il libro di Muhammad Said al-Tarihi, Monasteri e luoghi cristiani a Kufa e dintorni, Beirut 1981). I cristiani accolsero i musulmani e aprirono le loro scuole, i centri culturali e gli ospedali. Tradussero le scienze greche in siriaco nella “Casa della Saggezza” e le esportarono in Occidente. Così pure sottolineo il ruolo influente dei ministri cristiani precedenti, di medici e farmacisti, economisti e giuristi, scrittori, artisti, musicisti, ingegneri, storici, linguisti, archeologi e operatori turistici (alberghi e ristoranti), nonché abili costruttori che hanno costruito molte moschee musulmane, soprattutto a Mossul.
I musulmani ripetono spesso alle orecchie dei cristiani: «Voi siete rose e sale della terra» e l’elogio del Corano per loro: «Troverai che quelli che sono vicini per affetto a quelli che hanno creduto sono coloro che dicono «noi siamo Cristiani» (Surah della tavola imbandita 85), nei loro cuori «c’è compassione e misericordia» (Surah del ferro 27), è il riflesso di questo rispetto e onore per loro. Non sarebbe forse più degno conservare questo “tesoro” e di non sprecarlo!
I califfi discutevano i problemi della gente e li risolvevano davanti alle loro case, nella moschea o nella pubblica piazza secondo una legge consuetudinaria che era stata trasmessa, e in un modo tipico per ottenere giustizia! Quanto siamo lontani da questo modello! La storia di un Paese inizia quando ottiene la libertà e l’indipendenza sul suo territorio. Quando approva la propria “costituzione”, le proprie leggi, il rispetto delle norme di giustizia e i diritti dell’uomo le libertà. Queste sono regole fondamentali per una società armoniosa con pieni diritti di cittadinanza.
L’AMARO PRESENTE E L’INCERTO FUTURO
I cristiani hanno pagato un prezzo pesante negli ultimi vent’anni. I loro dolori rimarranno vivi nella loro memoria per molti anni.
Qui mi chiedo: Chi ha chiuso gli occhi con una manciata di soldi non dovrebbe riconsiderare tutto con senso critico? Questi attacchi “pubblici” e altri hanno causato lo sfollamento di oltre un milione di cristiani. La maggior parte di loro sono il fior fiore intellettuale, economico e qualificato, e l’emorragia dell’emigrazione continua, e potrebbe svuotare il paese di loro e delle minoranze in pochi anni!
POSIZIONE DEL GOVERNO E SOLUZIONE
Una questione di tale gravità e importanza obbliga l’attuale governo ad assumersi la sua responsabilità nazionale e legale adottando misure pratiche e chiare per rendere giustizia ai cristiani, salvarli, affrontare la loro situazione con fermezza, recuperare le loro proprietà usurpate, condurre un’indagine sugli abusatori commisurata alla punizione con l’abuso commesso e compensare con l’entità del danno, e rassicurarli di un futuro migliore in una vita dignitosa e sicura sulla loro terra!
Il primo provvedimento è quello di ritirare le milizie, soprattutto Babylon, dalla Piana di Ninive e sostituirle con la polizia federale. Questo è ciò che ho chiesto al governo precedente e i vescovi della Piana di Ninive hanno chiesto all’attuale governo. Questa procedura è l’inizio della soluzione. Che la milizia “Babylon” si dedichi a lavorare sotto il controllo della Mobilitazione Popolare militare e obbedisca agli ordini del Comandante in Capo delle Forze Armate, e lasci che le questioni cristiane siano ai cristiani e allo Stato per risolverle attraverso il dialogo e la collaborazione con buona volontà e non con l’esclusione!
Nonostante tutta questa ingiustizia e questo dolore, i cristiani hanno ancora la speranza che l’ingiustizia, la corruzione e la menzogna non prevalgano, ma che prevalga la verità, l’onesta e la giustizia, e che il sole sorga di nuovo e torni la pace e la sicurezza nel nostro Paese, e le persone godano del bene.
Da parte nostra, non cederemo al male, né perderemo la speranza, perché alla fine arriva il “giudizio di Dio”, il vero garante della verità, quando la giustizia degli uomini è incapace!
(Fonte foto: Imagoeconomica)
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