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9.12.2024

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A Loreto come a Lourdes
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10 Dicembre 2020

A Loreto come a Lourdes

«Da quando, per iniziativa dell’UNITALSI, si incominciarono a condurre a Loreto gli ammalati, sono state osservate e riferite, come a Lourdes, delle guarigioni inspiegabili». E’ un fatto quello che racconta al Timone il professor Fiorenzo Mignini, docente all’Università di Camerino, e direttore dell’Osservatorio medico presso la Delegazione Pontificia della Santa Casa di Loreto. «Alcuni di questi fatti prodigiosi», prosegue Mignini, «sono stati raccolti e pubblicati nel 1942, in un libretto dal titolo “Le Guarigioni di Loreto nella loro documentazione medico-scientifica”. L’autore era il Medico Ottaviano Paleani. Abbiamo dunque pensato bene di continuare questo servizio, sia creando un vero e proprio archivio, cartaceo e digitale, a partire dalla ricchissima documentazione storica esistente negli uffici della Congregazione per la Santa Casa, sia cominciando ad esaminare i casi di guarigione segnalate negli ultimi anni e non ancora passate al vaglio scientifico». E così nel 2012 è nato anche a Loreto un Bureau medicale, del tutto simile a quello che si trova a Lourdes.

Prof. Mignini, quante sono le segnalazioni di guarigioni che sarebbero avvenute a Loreto nella storia?
«Le segnalazioni esaminate sono in tutto 1.254. Tra queste 215 hanno anche una documentazione parziale, mentre 31 hanno una documentazione medica consistente anche se quasi mai completa, purtroppo. La documentazione comprende spesso anche testimonianze significative. Le altre segnalazioni riguardano nella maggior parte dei casi guarigioni che non possono essere definite come eccezionali (tantomeno straordinarie o soprannaturali), vuoi per questioni sostanziali, vuoi per mancanza di elementi sufficienti e prove documentate della modalità di guarigione. Tuttavia si tratta pur sempre di casi significativi sia dal punto di vista medico, sia dal punto di vista della storia della fede. Testimoniano la devozione verso la Vergine Lauretana diffusa in ogni continente e la profonda fiducia nella sua materna intercessione».

Qual è la vostra attività e con quali criteri vi ponete di fronte ai casi di presunte guarigioni miracolose?
Il nostro lavoro vuole essere innanzitutto un servizio alla Chiesa come comunità di credenti attenta ai segni di misericordia del Padre, ma anche desiderosa di difendere l’integrità della fede; un passo preliminare a tal fine è costituito proprio dalla verifica medico-scientifica. I criteri adottati dall’Osservatorio Medico di Loreto per definire le condizioni necessarie per poter dichiarare una guarigione come inspiegabile dal punto di vista naturale, in analogia a quanto già offerto da anni dal Bureau des Constatations Médicales di Lourdes, sono i sette stabiliti dal cardinale Prospero Lambertini, futuro Benedetto XIV. Fondamentalmente i principi sottesi alla “griglia” lambertiniana sono tre: 1) perché si possa parlare di guarigione, deve esserci stata una patologia antecedente; 2) La guarigione deve essere duratura e senza recidive; 3) Perché la guarigione possa essere dichiarata inspiegabile, devono essere escluse tutte le spiegazioni che possono essere ricondotte a cause naturali interne (come una remissione spontanea) o esterne (come l’azione di un trattamento terapeutico).
Mentre per il primo e il secondo compito non si tratta che di un lavoro di osservazione e certificazione dei fatti, nel terzo caso, si mette in gioco tutto il bagaglio scientifico e metodologico al fine di operare una diagnosi del fenomeno. L’iter prevede anche una valutazione di secondo livello affidata ad una Commissione Medica che fa riferimento al dossier predisposto dall’Osservatorio. Tale valutazione conduce al giudizio conclusivo del caso in seduta congiunta.

Tra i casi di presunte guarigioni che avete archiviato quali vi hanno maggiormente colpito?
Un primo caso è significativo per l’alto livello di spiritualità della malata, la Signora Elena di Cesena, che ha vissuto immobilizzata per più di 20 anni, di cui gli ultimi dieci a letto giorno e notte. All’età di 38 anni la Signora Elena era stata colpita da diabete insipido. All’aggravarsi del male si aggiunsero numerose complicazioni come decalcificazione ossea e atrofia muscolare che la costrinsero all’immobilità. Pur di fronte a tanto dolore, la malata era sempre sorridente, raccomandava a tutti di pregare il Santo Rosario e riceveva la Santa Comunione ogni giorno. Nel periodo pasquale del 1974, la Signora chiede con insistenza di essere portata a Loreto e il 2 maggio partecipa alla Messa in Santa Casa celebrata alle 12 dal parroco, poi si reca, con il gruppo dei pellegrini, a pranzo durante il quale si è verificato il primo sorprendente fatto: la Signora chiede alla sorella di mangiare una porzione di carne dopo 7 anni che non ne mangiava. Viene accontentata pur con timore, ma niente di straordinario accadde. Cinque giorni dopo il ritorno a casa da Loreto, la sorella entrando nella stanza trova Elena seduta sul letto senza sostegno e sorridente. Qualche giorno dopo se la trova sulla porta della cucina, ritta come fosse una cosa normale. Un secondo episodio si riferisce ad una coppia eritrea di religione islamica. Un medico Veterinario che lavorava in Eritrea (siamo nel 1937) aveva come aiutanti sei persone tra cui il venticinquenne Ahdalla Ahmed il quale, dopo due anni di matrimonio aveva deciso di ripudiare la propria moglie perché non era capace di dargli dei figli. La Sig.ra Maria Antico, moglie del Veterinario, invitò Ahdalla a riflettere bene sul suo operato anche se la sua religione permetteva il ripudio della donna stimata sterile. La Signora gli regalò una piccola immagine della Madonna di Loreto con la reliquia del velo consigliandolo di portarla sempre con sé. Egli chiese, e ottenne, il permesso dal “Cadi” di portare addosso l’immagine. II giovane sposo aveva già imparato l’Ave Maria che recitava volentieri ogni tanto come una nenia. Dopo un anno ebbe il primo figlio, un maschio. Ne seguirono altri quattro. E’ rimasto sempre in corrispondenza con Ia Sig.ra Antico che ha tenuto sempre acceso nel suo cuore l’amore alla Madonna Bruna. Speriamo che la Vergine abbia compiuto il secondo miracolo: la sua conversione.

Da quando avete cominciato la vostra attività, 2012, avete un caso da segnalare?
Si tratta della chiusura spontanea di un foro maculare miopico con ripristino della capacità visiva. La letteratura scientifica internazionale riferisce che il foro maculare ha oltre il 90% di probabilità di peggiorare e causare una perdita irreversibile della funzione visiva centrale. Raramente sono stati riportati nella letteratura internazionale casi di chiusura spontanea di un foro maculare senile o traumatico, ma non sono stati mai riportati casi di chiusura spontanea di un foro maculare miopico con recupero dell’acuità visiva, evento considerato impossibile per le particolari caratteristiche dell’occhio affetto da miopia degenerativa. Il caso in esame riguarda una donna a cui è stata diagnosticata nel 1997 una miopia degenerativa molto elevata (entrambi gli occhi) con conseguente gravissima riduzione del visus dell’occhio destro causata da un foro maculare miopico, inequivocabilmente documentato da un esame OCT. Tale situazione di grave cecità parziale resta invariata per quattro anni per poi presentare improvvisamente un recupero anatomico e funzionale che si mantiene a tutt’oggi.

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