L’antifona che si ripete a inizio e fine di ogni “salmo televisivo” per tutte le elezioni regionali e che recita più o meno così: «Non considerate le elezioni locali secondo logiche nazionali», suona come il più peregrino dei ritornelli: «La dieta la comincio lunedì». Fatti i distinguo necessari, tutti i protagonisti politici chiamati in causa continuano comprensibilmente a considerare ciò che accade a livello locale quasi esclusivamente secondo la sua risonanza politica nazionale.
A meno che il risultato locale non dispiaccia troppo, è chiaro. Prima c’è stata la Sardegna, e per il campo largo PD- 5 Stelle si trattava del prodromo di una nuova, inarrestabile ascesa del centrosinistra. Un trionfo ritenuto schiacciante ancorché ottenuto per una manciata di voti. Adesso, però, c’è stato l’Abruzzo; e allora forse la lettura più circostanziata a dinamiche locali potrebbe tornare utile. Giusto perché il largo sorriso del duo Schlein- Conte possa restringersi senza dare troppo nell’occhio.
I risultati confermati dai dati definitivi del Viminale raccontano una vittoria netta del candidato di centrodestra: «Rieletto presidente alle elezioni regionali in Abruzzo, ha ottenuto il 53,5%, (…). 46,5% delle preferenze per la coalizione di centrosinistra che ha sostenuto il candidato Luciano D’Amico.» Forse allora il trionfo per un pelo del centrosinistra in Sardegna non è stato l’inizio di nuove sorti magnifiche e progressive di questa parte politica, ma un incidente di percorso.
Se di laboratorio nazionale si è trattato l’esperimento del campo larghissimo va considerato fallito, nessun vento cambiato, magari una eccessiva esposizione ai refoli dello scirocco che, si sa, non aiuta la lucidità di giudizio. Secondo Lorenzo Grossi per Il Giornale «chi ha invece preso una topica colossale è stata proprio la segretaria del Partito Democratico, in compagnia di Giuseppe Conte, pensando che dai festeggiamenti di Cagliari fosse nata una valida alternativa al governo presieduto da Giorgia Meloni. Niente da fare invece: quindici giorni sono bastati e avanzati per far tornare con i piedi per terra i leader di Pd e Movimento 5 Stelle.»
Dopo l’apparente cambio di rotta nel mar di Sardegna riprende la striscia di sconfitte nelle regioni sostenute dal cosiddetto campo larghissimo (dem, grillini, verdi, sinistra estrema, Azione e Italia Viva): alla perdita di Umbria, Liguria, Calabria, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Molise si aggiunge dunque l’Abruzzo. Fatto storico per la regione è invece la riconferma per un secondo mandato del governatore in carica, condizione che gli permetterà di dare seguito a riforme e investimenti intrapresi nel primo quinquennio di gestione del territorio. Nel frattempo Conte, Schlein e compagnia piangente possono continuare ad attribuire la colpa di questa sconfitta agli elettori che hanno disertato l’appuntamento delle urne: «Questo è molto grave per la democrazia. Un brutto dato», hanno dichiarato. Oggi, comunque, è lunedì. Che sia ora di cominciare una dieta?
(Fonte foto: Imagoeconomica/Pexels.com)
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