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Addio a Sandro Petrucci, stirmato storico dell’Insorgenza contro-rivoluzionaria cattolica
NEWS 12 Giugno 2017    

Addio a Sandro Petrucci, stirmato storico dell’Insorgenza contro-rivoluzionaria cattolica

Non molti lo conoscevano, ma chi lo ha fatto ha saputo apprezzarne l’acribia, il rigore e la passione di storico, dedito soprattutto a sollevare la fitta coltre di silenzio e di menzogne che per decenni ha avvolto l’epopea dell’Insorgenza contro-rivoluzionaria cattolica contro l’invasione giacobina francese. (Ndr)

 

da «Emmaus Online. Media cattolici Macerata»

 

L’Istituto Tecnico Agrario con docenti personale Ata e gli alunni si raccoglie in un abbraccio corale per salutare il caro prof. Sandro Petrucci. Che dire di Sandro! Che era un uomo vero, buono, grande studioso. Promotore e artefice di conferenze di grande spessore come quelle sull’Insorgenza come categoria politica, sulla Grande Guerra in occasione del centenario dalla prima guerra mondiale, il Convegno su Padre De Vico e all’interno del convegno promosso dall’Istituto Agrario “Giuseppe Garibaldi” di Macerata e dall’Accademia Georgica di Treia, il 21 maggio 2016, in occasione del 150° anniversario dalla nascita di Nazareno Strampelli con la testimonianza suo inestimabile lavoro di storico che ha messo in evidenza il rapporto tra lo stessa scuola e la figura dell’illustre genetista e promotore di una mostra allestita nella struttura storica, già convitto, del complesso scolastico, per illustrare gli aspetti più importanti di questo legame anche alla luce degli studi delle nuove generazioni.

Homo sarvaticus” (e non “selvaticus”), si definiva. Non era un presenzialista e difficilmente si riusciva a stanarlo di casa. Per questo mi aveva fatto un enorme piacere, quando su mio invito, era venuto a vedermi in teatro. Spesso sedevamo vicini ai Collegi Docenti: un tentativo per dare senso ad un nuovo corso che non ci rappresentava più. Spesso era attonito, in una scuola che cambiava scenari e si chiudeva in un nobile silenzio, spessissimo e soprattutto ultimamente, perché era esterrefatto dalla “nuova scuola”. Così, in sala insegnanti, per i corridoi discutevamo, indignandoci, come dei cospiratori e tra una battuta e l’altra emergeva il “Sandro battagliero” che amava la storia e che viveva la vita con una grande voglia di verità e di onestà intellettuale.

Si definiva “Homo sArvaticus” e talvolta emergeva il “Sandro battagliero” che amava la storia e viveva con verità e onestà intellettuale

Qualsiasi disputa finiva con la frase: «Meno male che ci sono i ragazzi!». Il motto che avevamo coniato ultimamente ,facendo del sarcasmo , non era cattivo ma serviva solo a salvaci dalle pastoie e dal burocratico vuoto cosmico, era : «Io insegno nonostante la scuola!». E adesso penso ai suoi ragazzi… Ieri ci siamo sentiti per telefono con loro e molti sono sconvolti… volevano bene, a quello studioso, con la testa nei libri, che qualche giorno fa, aveva messo in palio un libro di storia per coloro che meglio avessero svolto il loro compito di storia! Ora non sarà più dietro la cattedra… Bisogna parlare con loro… Loro devono capire…

Chi era Sandro? Era quello che la mattina, tra un corridoio e l’altro sapeva vedere la tua tristezza, andava oltre il saluto di cortesia o la battuta stupida. Ti guardava dritto e capiva. Così spesso mi portava articoli su donne e matematica e mi aveva ascoltato mentre mi sfogavo a chiedergli il perché di interrogativi che mi angosciavano. Proprio la settimana scorsa, nonostante il suo interlocutorio sempre aulico e da intellettuale vero, mi aveva detto con una semplicità disarmante: «Ma la fede, Eliana, la fede, non pensi che ti potrebbe aiutare, là dove le nostre elucubrazioni e farneticazioni non sanno condurci e darci risposte?».

Chi era Sandro? Era quello che ti guardava dritto e capiva

È quello che farò pensandoti. Perché tu sarai sempre con me, con noi, con tutti noi, sempre, in ogni corridoio, in ogni aula della scuola, in ogni riga di storia, in ogni momento di vuoto ,quando cercheremo di ricordare le tue parole, il tuo sorriso buono e spesso sornione, la tua enorme cultura e la tua profonda sincerità ed onestà intellettuale. Oggi il nostro Istituto ha perso un uomo vero, forse difficile da comprendere a volte, ma mai banale e sempre autentica, una persona vera. Ma abbiamo avuto l’onore e il privilegio di conoscerti e amarti. E questo è già un grande dono che porteremo sempre con noi.