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Adesso pure Cenerentola divorzia. E’ cosa che la Disney uccide le fiabe e con esse l’innocenza
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21 Gennaio 2015

Adesso pure Cenerentola divorzia. E’ cosa che la Disney uccide le fiabe e con esse l’innocenza

di Rino Farda

 

Into the woods della Disney ha incassato più di 42 milioni di dollari nel weekend di lancio, durante le feste di Natale, il più grande incasso della storia dei musical hollywoodiani. In Italia sarà nelle sale solo in aprile. La pellicola parla della storia di un panettiere e di sua moglie che si avventurano nel bosco misterioso alla ricerca di un antidoto alla maledizione che impedisce loro di avere un figlio. Nella loro peregrinazione nella foresta s’imbattono in alcuni dei personaggi più rappresentativi del genere fantasy della Disney. Cappuccetto Rosso, Raperonzolo, Cenerentola, Jack e il fagiolo magico. Una favola al contrario, però, dove Cenerentola e il suo principe azzurro finiscono per divorziare.

Anna Kendrick, la star che ha interpretato il personaggio di Cenerentola nel film, ha detto che trova confortante l’inedito e inaspettato epilogo della famosa favola. “Penso che questo film ha qualcosa di molto maturo e moderno da dire sull’idea di separazione… Questa non è la vostra Cenerentola di tutti i giorni, lei lo prende a calci sul marciapiede”. Il film è l’adattamento cinematografico di un musical omonimo molto famoso a Broadway ed è stato diretto dallo stesso regista di film come “Chicago”, Rob Marshall. Lo spettacolo di Broadway invece è stato diretto dal celebre Stephen Sondheim. A occuparsi della sceneggiatura è stato chiamato James Lapine, che aveva lavorato con lo stesso ruolo allo spettacolo teatrale con Sondheim.

La Disney sta contribuendo a uccidere il genere delle storie delle fate, un genere che aveva contribuito a diffondere, ha scritto la critica cinematografica di Vanity Fair, Kate Erbland. “Le fiabe – ha spiegato Erbland – non sono mai state destinate a essere esplicitamente affascinanti e certamente non erano destinate a regalare le emozioni di un’autentica storia d’amore. Come la maggior parte delle tradizioni popolari, le favole avevano originariamente lo scopo di raccontare apologhi sulla saggezza. La fiaba con il tempo al cinema è stata trasformata, anche grazie alla Disney, in un sottogenere della categoria ‘romanticismo’, un’esplorazione magica e fantastica di mondi in cui gli uomini sono i principi, le donne sono principesse, e i baci hanno il potere di fare praticamente qualsiasi cosa”. Le cose però ora stanno cambiando.

Il processo di destrutturazione della tradizionale struttura delle fiabe e della loro trasformazione in storie d’amore vere e proprie con il corredo anche di spiacevoli epiloghi, come la separazione di Cenerentola descritta in “Into the woods”, è iniziata anni fa. Per esempio, nel 2009, con “La principessa e il ranocchio”, un fiasco al botteghino. La contaminazione dell’impianto più tipico delle favole è continuata poi con altri film come “Frozen”, “Maleficent”, “Biancaneve e il cacciatore”, solo per citarne alcuni e tralasciare i pronti tentativi d’imitazione che sono stati subito prodotti a Hollywood. Si tratta di una strategia che la Disney ha adottato nel tentativo di alzare l’età media del proprio pubblico di riferimento. Dalle favole per bambini alle storie d’amore per adolescenti. Con tutte le conseguenze del caso come, per esempio, la rottura di un tabù consolidato e l’irrompere delle tematiche della separazione, anche se in modo marginale come sotto storia secondaria nella trama dell’ultimo “Into the woods”.
Il prossimo passo, dicono gli esperti, potrebbe essere una vera e propria favola della Disney sul divorzio dei protagonisti. Un’ipotesi neanche troppo remota. Nel frattempo la Disney sta progettando gli ennesimi rifacimenti di Cenerentola e de La Bella e la Bestia, con una cifra narrativa più tradizionale e più adatta ai bambini. Lo shock di Into the woods però ha lasciato il segno e rappresenta un punto di svolta nell’editing della Disney.

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