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Alla scuola del Sud non servono sussidi ma autonomia e qualità
NEWS 13 Gennaio 2023    di suor Anna Monia Alfieri

Alla scuola del Sud non servono sussidi ma autonomia e qualità

Quando mi è stata segnalata questa lettera, leggendola ho provato un senso di profonda sofferenza pensando a due cose. Anzitutto, ai sacrifici di tanti gestori di scuole paritarie mortificate dall’assenza di libertà, cioè costrette a chiedere una retta, e in aggiunta ad indebitarsi. E che la cosa sia totalmente fuori dai canoni europei lo dimostra il fatto che la Cassazione chiede l’Imu e i nostri Comuni, preoccupati solo di far cassa, la seguono a spron battuto. Per nulla si preoccupano di denunciare l’anomalia. In nessun modo si preoccupano che, chiudendo la scuola paritaria, il giorno dopo avranno spese insostenibili, cittadini più ignoranti, poveri e in balìa della malavita, non solo, ma priveranno il Paese di un sano pluralismo? «Suora, meglio l’uovo oggi piuttosto che la gallina di domani». Ma a me, l’uovo non serve.

In secondo luogo, ho pensato all’impotenza di tanti dirigenti di scuole statali prive di autonomia: il censimento dei docenti e delle classi è scomodo per chi ha promesso posti di lavoro. Meglio una scuola “postificio”, che una scuola autonoma e di qualità. La domanda che da decenni occupa la mia testa e il mio cuore (una inquietudine che dovremmo avere tutti, compreso tu che leggi) è: «Perché in Italia da più di 20 anni viene impedita la libertà di scelta educativa e lo Stato è disposto a spendere di più e male, sino a correre il rischio reale del monopolio educativo, caratteristica dei regimi totalitari?».

Le risposte in punta di diritto, di economia, e di interessi terzi sono arcinote… e chi lo nega mente, sapendo di mentire. A distanza di 20 anni capisco che l’unica strada è sentire su di sé lo sguardo di sconcerto di un Francese, un Finlandese, uno Spagnolo e “arrabbiarsi”, perché solo così possiamo ritrovare quel sano orgoglio patriottico che ci fa alzare la testa e dire no, non ci sto più a subire gli sguardi di giudizio dei Paesi civili dove è cosa normale la libertà di scegliere una scuola di buona qualità, che dia ad esempio il giusto spazio alla cultura e al gioco, una scuola dove gli insegnanti siano formati e autorevoli e dove il clima generale sia consono allo studio, oltre che alla distensione, con attrezzature adeguate e dignitose… Mi appello al Governo e al Parlamento perché pongano fine a questa grave discriminazione perpetuata ai danni degli studenti e degli insegnanti.

Si ponga fine a questa narrazione di un Sud superficiale e privo di intelligenza decisionale, oltre che a rischio di degrado malavitoso senza ritorno. A che serve la Bellezza della Natura e dell’Arte, senza cittadini che la valorizzino e la custodiscano? I giovani, e soprattutto i giovani del Sud, non hanno bisogno di sussidi ma di una scuola libera, autonoma e di qualità. Di una riforma seria degli Its che non sono per gli allievi persi ma per tutti i ragazzi intelligenti.

Non fa del bene, sia culturalmente sia economicamente, alla nazione perpetuare queste ingiustizie. É stato, infatti, gravemente compromesso il pluralismo educativo che, se nel Nord è pari al 37%, in molte aree del Sud si assesta al 4%. Negli ultimi 20 anni la flessione degli allievi della scuola paritaria è del 38.11%, mentre gli allievi della scuola statale per lo stesso periodo sono diminuiti del 3.4%.

Dall’anno 2015 (max) la scuola statale ha «perso» 595.481 alunni (-7,56% dal 2015 e -3,40% dal 2000). Dall’anno 2008 (max) la scuola paritaria ha «perso» 510.931 alunni (-41,03% dal 2008 e -38,11% dal 2000). Negli ultimi tre anni scolastici hanno chiuso più di 500 scuole paritarie (800 le scuole paritarie chiuse dal 2000 l’anno della legge sulla parità). Tale flessione evidentemente non può essere considerata come diretta conseguenza del calo demografico bensì è dovuta alla reale fatica delle famiglie di pagare due volte, le tasse prima e la retta poi, e all’impossibilità della scuola paritaria di indebitarsi oltre non potendo chiedere rette pari al corso reale o almeno al costo medio studente (Cms).

Giova evidenziare che ogni anno il Ministero dell’Istruzione stabilisce, con circolare dedicata, il Costo Medio dello Studente italiano, a seconda dei Cicli. É un dato fondamentale per comprendere tante dinamiche del mondo della scuola, dallo spreco dei danari dei contribuenti per coprire i buchi della scuola pubblica statale, al motivo per il quale le scuole pubbliche paritarie sono destinate a chiudere i battenti. Ad esempio, per l’anno scolastico 2021/22, il Costo Medio Studente – pubblicato sul sito istituzionale del Ministero in Amministrazione Trasparente con nota 7266 del 28/3/2022 – è indicato dalla seguente tabella:

Scuola dell’infanzia Scuola primaria

Istruzione secondaria di primo grado

Istruzione secondaria di secondo grado

Costo Medio Studente – CMS (Spesa annua nelle istituzioni educative per studente) 6.873,99 Euro 6.762,78 Euro 7.149,21 Euro 8.736,15 Euro

Le scuole paritarie, ogni anno, e cosi è stato nel 2022, inviano agli Uffici scolastici regionali e quindi al Ministero il cosiddetto Modello A. Conseguentemente è un dato pubblico, conclamato, che le scuole paritarie richiedono (costrette) alle Famiglie delle rette di gran lunga inferiori al Costo medio Studente, ma comunque sempre troppo alte per i poveri, che già pagano le tasse anche per la scuola pubblica statale. É, quindi, un dato altrettanto pubblico, sotto gli occhi di tutti, che le scuole paritarie sono costrette ad indebitarsi e a chiudere. Le scuole paritarie, infatti, ovviamente quelle che, fedeli al mandato di fondazione, vogliono intercettare tutte le fasce della società, dal portinaio all’imprenditore, da anni tentano, in modo ostinatamente eroico, di realizzare ciò che lo Stato non ha mai fatto: garantire un servizio pubblico (pubblico non vuol dire statale, è bene ricordarlo), per tutti i cittadini, senza dividere in due la società.

Mi sento profondamente sdegnata e mi appello al Governo e al Parlamento: l’Italia è ben altro rispetto ad un parlatorio di chiacchiere superficiali, e gli italiani non meritano di essere condannati ad una scuola classista, regionalista e discriminatoria. O peggio, al monopolio educativo che narcotizza le menti. Di bambini e ragazzi. Guardiamo con fiducia alle dichiarazioni del ministro Valditara. È necessario garantire la libertà di scelta educativa e le scuole paritarie debbono avere una effettiva pari dignità. (Foto: Imagoeconomica)

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