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Non in nome del patrono. A Marco Cappato l’Ambrogino d’Oro
NEWS 7 Dicembre 2022    di Raffaella Frullone

Non in nome del patrono. A Marco Cappato l’Ambrogino d’Oro

Ci vuole tutta a premiare Marco Cappato. Un uomo che, come sottolineava settimana scorsa Mario Giordano dalle pagine della Verità, dedica tutta la sua vita alla morte. «Appari solo perché qualcuno scompare – scriveva – Prendi visibilità solo quando gli altri perdono il respiro». In effetti dici Cappato e pensi morte, o meglio suicidio o ancora eutanasia. Il collegamento scatta spontaneo al punto che ormai abbondano addirittura i meme su Cappato che prenota un week end in Svizzera «ma la moglie non si fida». Humor nero, ma rende l’idea. In effetti il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni pare vivere per la morte.

Che riconoscimento gli si può dare? Il premio Caronte 2022, forse. Solo che al posto di attraversare l’Archeonte come avviene nella Divina Commedia, Cappato varca il confine con la Svizzera, accompagnando chi soffre a togliersi la vita. Poi Cappato rientra in Italia, arriva a Milano e va dai carabinieri della compagnia Duomo ad autodenunciarsi, denuncia a cui segue, da parte della procura, l’apertura di un’indagine per aiuto al suicidio. L’ultima in ordine di tempo solo una settimana fa, quella prima del mese di agosto, ma ce ne sono altre precedenti e molte ne seguiranno, spiega lo stesso Cappato, perché «ci sono sempre molte richieste». Dev’esser per questo che la commissione per le Civiche benemerenze del Comune di Milano ha deciso di premiarlo. Tipo tessera fedeltà. Ridiamo per non piangere ovviamente, Milano – la capitale dei “diritti”, la città sostenibile, quella all’avanguardia, quella produttiva – premia la morte inferta.

Non stupisce del tutto, nella capitale economica del Paese in effetti si corre, spesso dietro ai libertarismi, si corre sempre, «pure alla morte correte dietro, voi!», mi disse anni fa un avvocato napoletano nei corridoi del tribunale, aveva ragione. E così tra un gay pride e un omaggio ai dettami woke, si premia anche il testimonial dell’eutanasia. Ne prendiamo atto, ma l’Ambrogino d’Oro no, se celebrate il suicidio abbiate la dignità di non farlo in nome del patrono della nostra città, Sant’Ambrogio. Che mai avrebbe sposato, appoggiato, incoraggiato le battaglie mortifere di Cappato e anzi, gli si sarebbe opposto con il vigore con cui ha impedito all’imperatore Teodosio di entrare nell’antica Basilica Porziana, vietandogli di mettere piede in quel luogo sacro dopo la scia di morti di Tessalonica che si lasciava alle spalle. Lo fermò e gli chiese di pentirsi.

Non si merita questo riconoscimento Cappato, e non si merita di assistere a questa premiazione Milano, che solo 9 anni fa ha dato l’Ambrogino d’Oro a Paola Bonzi, storica fondatrice del Centro di Aiuto alla Vita della Mangiagalli che ha strappato migliaia di bambini all’aborto. Non se lo merita lui, il festeggiato di oggi, il Santo, che a Cappato riconoscerebbe un premio di tutt’altra natura, quello di pentirsi e riconoscere che è solo uno Signore della vita. E dunque della morte. Nella lettera che scrisse a Teodosio nel 390 per esortarlo alla penitenza si legge: «Ti scrivo non per umiliarti, ma perché gli esempi dei re ti spingano a cancellare dal tuo regno questo peccato. Lo cancellerai umiliando la tua anima davanti a Dio». «Non ho verso di te alcun motivo di ostilità, ho timore: non oso offrire il Sacrificio se tu pretendessi assistervi».

«Sant’Ambrogio – scriveva il cardinale Giacomo Biffi – è sicuro che l’uomo deve essere salvato; il suo è un ottimismo teologico che non ignora affatto il peccato e la sua gravità. Ma nel suo ottimismo Ambrogio si spinge più lontano di tutti: secondo lui, la stessa nostra miseria nativa fa parte di un progetto di elevazione, sicché c’è, paradossalmente, qualcosa di positivo nella colpa, dal momento che Dio la vede come premessa necessaria alla manifestazione della misericordia, misericordia che per Ambrogio è il senso ultimo e la ragione decisiva di tutta l’azione creatrice». Questo è l’unico Ambrogino che si può dare a Cappato. (Foto: Imagoeconomica)

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