di Gianmartino Maria Durighello
RESURREXI, et adhuc tecum sum, alleluja
posuisti super me manum tuam,
alleluja mirabilis facta est scientia tua, alleluja, alleluja.
Domine, probasti me et cognovisti me:
tu cognovisti sessionem meam, et resurrectionem meam.
«Sono risorto e sono sempre con te, alleluja;
tu hai posto su di me la tua mano,
è stupenda per me la tua saggezza, alleluja, alleluja.
Signore, mi hai messo alla prova e mi hai conosciuto,
tu hai conosciuto il mio riposo, e la mia risurrezione».
***
«Cristo è risorto, alleluja!». Questo ci saremmo aspettati di cantare il mattino di Pasqua. E invece l’Introito che la Liturgia ci mette sulla bocca potrebbe in un primo tempo perfino deluderci… tutto sembra povero e insufficiente ad esprimere i nostri sentimenti in questo giorno di festa.
Ci saremmo aspettati di cantare, dopo tanta attesa, Alleluja con gioia traboccante, e invece il canto sembra volerci portare al silenzio. Ci saremmo aspettati di intonare un canto capace di elevarsi in alto a dipingere anche visivamente la risurrezione, e invece troviamo la totale assenza di movimento e di slancio, costretti in un ambito melodico di poche note.
Tutto dà l’idea del “rimanere”, tutto si muove su poche corde, trattenuto da frequenti “t” (= tenete), note ribattute, episemi… E imboccata questa strada, imboccato questo canto, siamo accolti in un’intima tenerezza dove la parola che più di tutte risuona è questo «sono ancora con te».
***
Qui non siamo noi che diciamo: «Cristo è risorto». È Lui che con le nostre voci dice (innanzitutto al Padre): «Sono risorto e sono ancora con te». Quindi Gesù innanzitutto parla al Padre. Ma in questo dialogo divino siamo tutti compresi. Possiamo dire che queste parole sono rivolte:
dal Figlio al Padre;
da noi (ri-sorti nel Figlio) al Padre;
dal Figlio a noi;
dal Padre nel Figlio a noi.
Tutti siamo inseriti in Cristo in questo «rimanere», in questo reciproco «essere con» (immanenza del trascendente) che caratterizza la vita divina: «…perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi» (Gv 14,19-20).
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