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Assegno scoperto, famiglie tradite dal Governo
NEWS 12 Agosto 2022    di Manuela Antonacci

Assegno scoperto, famiglie tradite dal Governo

Aveva suscitato reazioni disparate, la misura dell’assegno unico: entusiasmo e scetticismo insieme, da più parti. Tra le voci più critiche, quelle del Centro Studi Livatino, che da subito ne aveva sottolineati tutti i limiti, in merito alle formule di calcolo penalizzanti e alle difficoltà procedurali nella riscossione dell’assegno che alla fine, come dimostrano questi ultimi mesi, in cui le famiglie italiane si sono concretamente scontrate con queste difficoltà, si è rivelato un flop. Il perché ce lo spiega l’avvocato Francesco Farri, professore associato di diritto tributario, membro del Centro Studi Livatino.

Avvocato, vogliamo spiegare quali sono i limiti dell’assegno unico? «L’assegno unico presenta criticità sostanziali, procedurali e sistematiche. Sul piano sostanziale, ha importi mediamente troppo bassi per poter ambire a sostenere in modo efficace le famiglie con figli. Inoltre, basandosi sull’ISEE, esso ha a fondamento un meccanismo di calcolo tra i più penalizzanti in Europa per le famiglie numerose. Sul piano procedurale, l’ottenimento dell’ISEE complica considerevolmente le modalità di richiesta. Sul piano sistematico, l’assegno non sostituisce soltanto i sussidi familiari, ma anche la detrazione dall’IRPEF per figli a carico, così snaturando il carattere personale che deve mantenere l’imposta sul reddito e creando situazioni in cui alcune famiglie risultano penalizzate rispetto al sistema precedente».

È una misura migliorabile? In che modo? «Per migliorare l’assegno unico, occorre anzitutto intervenire sulle sue criticità. Occorre aumentare gli importi dell’erogazione e, in ogni caso, va corretto alla radice e in via generalizzata il meccanismo di calcolo dell’ISEE. L’attribuzione dell’assegno dovrebbe avvenire in via automatizzata, senza oneri di apposite richieste e trafile burocratiche da parte degli aventi diritto. Ciò sarebbe possibile sfruttando le informazioni già in possesso delle banche dati delle amministrazioni, salvo ovviamente eventuali rettifiche a richiesta degli interessati, tra cui la possibilità opzionale di avvalersi del precedente sistema della detrazione per figli a carico».

Nonostante questi limiti, l’assegno unico si può considerare un punto di partenza per cominciare a prendere seriamente in considerazione la crisi demografica in cui versa il nostro paese? «Una delle finalità dell’assegno unico, cioè quella di razionalizzare il precedente sistema di assegni e provvidenze familiari, è da tempo sentita come impellente e andrà considerata tale anche in futuro. Bisogna, peraltro, mantenere la consapevolezza che l’aspetto economico è solo una delle componenti della crisi demografica in cui versa il nostro Paese. Vi sono componenti che attengono ad altri versanti giuridici, in particolare il diritto del lavoro. E soprattutto vi sono componenti che attengono a un piano culturale, prima ancora che giuridico: non basta un assegno per scaldare i cuori, occorre recuperare una visione antropologica positiva a tutto tondo che colmi il vuoto lasciato dall’individualismo e dai suoi corollari».

Il CSL ha anche sottolineato come le somme richieste ed erogate si siano rivelate inferiori agli stanziamenti previsti, per cui si sarebbe provveduto, ironia della sorte, a ridurre tali stanziamenti. Le famiglie italiane sono state tradite? «Le complessità procedurali di richiesta dell’assegno hanno fatto sì che molte famiglie ancora non si siano attivate. Ciò ha determinato, nel primo semestre, erogazioni inferiori al previsto. Preso atto di ciò, il Governo è corso a ridurre le stime di spesa necessaria per finanziarie l’assegno, destinandole ad altri fini, senza considerare che si è all’evidenza di fronte a una fase di assestamento, che risulta particolarmente delicata per una misura complessa come è attualmente l’assegno. Il tutto, peraltro, da parte di un Governo dimissionario che rimane in carica solo per gli affari correnti. In fase di conversione del decreto, il Parlamento dovrebbe senz’altro porre rimedio fin da subito a questo blitz. Il tutto nell’auspicio che la nuova legislatura affronti le politiche familiari con un rinnovato slancio»

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