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Joan Roig Diggle, martire per l’Eucaristia, è beato
NEWS 9 Novembre 2020    di Redazione

Joan Roig Diggle, martire per l’Eucaristia, è beato

«Sabato a Barcellona Joan Roig Diggle, un laico e martire ucciso all’età di 19 anni durante la guerra civile spagnola, è stato proclamato Beato», ha detto Papa Francesco all’Angelus domenica.
Il beato Joan Roig Diggle fu ucciso «in odio alla fede» nel 1936 durante la guerra civile spagnola. «Che il suo esempio susciti in tutti, specialmente nei giovani, il desiderio di vivere al massimo la vocazione cristiana», ha aggiunto il Papa.

Joan nacque a Barcellona il 12 maggio 1917, suo padre si chiamava Ramàn Roig Fuente e sua madre, di origini inglesi, Maud Diggle Puckering.
La sua famiglia aveva difficoltà economiche, così Joan ha sempre lavorato per aiutare a coprire le spese mentre stava proseguendo i suoi studi nelle scuole dei Lasalliani e dei Piaristi. Tra i suoi insegnanti c’erano P. Ignacio Casanovas e il beato Francisco Carceller, che sarebbero diventati anche loro martiri.
Quando la sua famiglia si trasferì a Masnou, provincia di Barcellona, il giovane si unì alla Federazione dei Giovani Cristiani di Catalogna (FJCC), creata nel 1932 da Albert Bonet e che contava 8.000 membri. Nel nuovo paese nessuno lo conosceva, ma la sua pietà e il suo amore ardente per l’Eucaristia divennero presto evidenti.

Il giovane era noto, infatti, per la sua devozione al Corpo di Gesù in un momento in cui le chiese di Barcellona venivano chiuse, bruciate o distrutte, per questo un sacerdote gli affidò un ciborio contenente il Santissimo Sacramento per distribuire la Santa Comunione ai più bisognosi direttamente nelle loro case in quanto non era possibile partecipare alla Messa.
Durante una di queste visite, Joan Roig disse a una famiglia che sapeva che i miliziani rossi stavano cercando di ucciderlo. «Non ho paura di niente, porto il Maestro con me», disse. Quando coloro che attentavano alla la sua vita bussarono alla sua porta, il giovane consumò le ostie che stava sorvegliando per proteggerle da potenziale profanazione.

Poco dopo, una pattuglia dei “Giovani Libertari£ lo catturò e lo portò poi al cimitero di Santa Coloma dove fu ucciso, l’11 settembre 1936, con cinque colpi al cuore e uno alla testa. Le ultime parole del diciannovenne Joan Roig furono: «Che Dio ti perdoni come io ti perdono».
Alla beatificazione di Joan Roig il 7 novembre, il cardinale Juan José Omella, arcivescovo di Barcellona, ha detto nell’omelia che il beato era un «ardente difensore della Dottrina Sociale della Chiesa» e che «rende ai giovani di oggi una testimonianza di amore per Cristo e per i suoi fratelli».

P. José Gili Doria, vicario di Masnou, scrisse nel 1936: «Un giorno Joan mi disse: “Di solito dedico almeno due ore al giorno alla vita spirituale: Messa, comunione, meditazione e visita al Santissimo Sacramento; è poco, ma il mio lavoro e l’apostolato non mi permettono di più”».
Nel luglio 1936, Joan disse ad alcuni dei suoi colleghi della FJCC che tutti si sarebbero preparati a ricevere il martirio con grazia e coraggio, così come i primi cristiani. Nell’intensa persecuzione che ne seguì, si stima che circa 300 giovani di questa organizzazione siano stati uccisi in Catalogna, tra cui una trentenne sacerdote. Il quartier generale della FJCC è stato bruciato.

La madre di Joan disse che nei giorni della morte suo figlio «stava alleviando i dolori, incoraggiando i timidi, visitando i feriti, cercando ogni giorno negli ospedali tra i morti per scoprire quale dei suoi era stato ucciso». Il cardinale Omella concluse dicendo: «Joan ci insegna che tutti i cristiani sono chiamati a vivere la nostra fede nella comunità. Nessuno costruisce da solo la propria fede, la fede cristiana è essenzialmente comune». (Fonte)


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