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Belgio, proteste contro l’educazione sessuale: incendiate sei scuole
NEWS 19 Settembre 2023    di Manuela Antonacci

Belgio, proteste contro l’educazione sessuale: incendiate sei scuole

Nella notte dello scorso 14 settembre, è stata data alle fiamme una scuola elementare nel comune belga francofono di Charleroi: la sesta scuola a subire tale sorte in soli due giorni. Gli attacchi hanno interessato anche gli asili nido delle città di Marcinelle e Couillet. Gli investigatori pensano che il movente degli incendi possa essere il malcontento diffusosi tra gruppi di genitori, in seguito al cosiddetto decreto Evras (Éducation à la Vie Relationnelle, Affective et Sexuelle).

In soldoni, si tratta di portare avanti lezioni di educazione sessuale nelle scuole della Vallonia e di Bruxelles. In base al decreto Evras, infatti, per due ore all’anno, gli alunni di lingua francese (della sesta classe della scuola primaria, di 11-12 anni, e della quarta classe della scuola secondaria scuola, età 15-16) dovranno sorbirsi lezioni sulla sessualità e le relazioni.

L’iniziativa ha suscitato numerose proteste, provenienti da gruppi Facebook islamici e cattolici, ma anche non religiosi. Persino un influencer si è schierato dalla parte dei genitori: il rapper francese Rohff, che ha invitato il suo milione di follower a firmare una petizione di protesta. Sul suo profilo twitter Rohff scrive allarmato: «Se non vuoi che ai tuoi figli, ai tuoi nipoti di 5 anni venga insegnato a masturbarsi e che insegnino loro la pornografia a 9 anni come indicato dalla legge Evras che vogliono approvare in silenzio, firma subito questa petizione».

Questa ondata di indignazione generale, infatti, è dovuta al fatto che, secondo il decreto, ai bambini verrebbe insegnato a masturbarsi, la pornografia non verrebbe considerata un male e il transgenderismo sarebbe addirittura promosso. E non sembrano preoccupazioni infondate, ma sorte, pare, dalla consultazione di una sorta di manuale su cui si baserebbe il corso Evras, di circa 300 pagine e che conterrebbe tutti i motivi di allarme dei gruppi di genitori. Intanto, ben sette associazioni islamiche hanno cofirmato una lettera in cui esprimono le loro obiezioni alle lezioni, come riferisce De Standaard.

Inoltre, sebbene la procura di Charleroi abbia riferito che per il momento non è stato identificato alcun sospettato, tuttavia, ha confermato che oltre agli attacchi incendiari, sono state ritrovate scritte realizzate con bomboletta a spray contro il progetto Evras. «Sentiamo preoccupazioni relative ad argomenti o contro materiali didattici che in realtà non rientrano nelle attività», ha spiegato parlando all’emittente televisiva RTL la ministra francofona all’educazione e alla Sanità, Bénédicte Linard.

«Le attività di Evras esistono da molto tempo», ha sottolineato Linard ricordando che si tratta di corsi obbligatori da due ore l’anno. In effetti, il “piano educativo” è entrato in vigore nelle scuole della Federazione Vallonia-Bruxelles già dal 2012, ma l’argomento è tornato caldo dopo che il Parlamento della Federazione Vallonia-Bruxelles ha confermato, giovedì scorso, l’accordo di cooperazione con le scuole relativo a tale piano.

(Fonte foto: Twitter/X)

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