Il vescovo di Ratisbona, Rudolf Voderholzer, ha criticato duramente la Conferenza Episcopale tedesca per un volantino, distribuito qualche settimana fa, in cui si afferma che una forma di teoria del genere non estremistica è “basilarmente compatibile con la fede cattolica”.
Il presule cattolico celebrava la festa di S. Wolfgang, vescovo di Ratisbona da poco prima dell’anno Mille. Il ministero pastorale del vescovo, ha detto, “include il dovere e la responsabilità di agire come un guardiano, di alzare la sua voce, se necessario, per richiamare l’attenzione alle discrepanze o agli errori, per quanto ciò possa essere opportuno o inopportuno”.
Fra l’altro, il volantino si guarda bene dal menzionare per il lettore “il largo numero di dichiarazioni che riguardano le teorie del genere, anche se non ce n’è carenza”. Il presule ricorda che il Papa si è espresso in maniera critica almeno otto volte.
Il volantino, dice il vescovo, sostiene che “le teorie di genere sono un importante contributo al servizio dell’uguaglianza di tutti gli uomini, mentre l’ostilità che tali teorie esprimono verso la creazione divina è attribuibile solo alle esagerazioni di una piccola minoranza”; ma afferma il vescovo, “la teoria del genere implica una negazione della natura di uomo e donna”. E ha concluso: “L’essenza dell’uomo e della donna è il potenziale di diventare un padre e il potenziale di divenatre una madre, rispettivamente. Questi non sono ruoli scambiabili”.
Se questo accade nella Chiesa centralizzata e controllata da Roma, sarà interessante vedere che cosa succederà nella Chiesa decentralizzata del futuro…
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