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Censurati su Facebook o YouTube? Dalla Florida un segnale di resistenza
NEWS 26 Maggio 2021    di Raffaella Frullone

Censurati su Facebook o YouTube? Dalla Florida un segnale di resistenza

Un disegno di legge, il primo negli Stati Uniti e più in generale in Occidente, che consente ai cittadini che pensano di essere stati ingiustamente censurati dai social, di citare in giudizio nientepopodimeno che le piattaforme del Big Tech.

La novità arriva dalla Florida e porta la firma del governatore Ron DeSantis. «Il 2021 assomiglia più al fittizio 1984» ha dichiarato DeSantis, secondo cui i gestori dei social media «esercitano un potere che non ha davvero precedenti nella storia americana. Nel corso degli anni sono passate dall’essere piattaforme neutrali che danno o agli americani la libertà di parlare ad essere controllori della narrazione mainstream».

Il riferimento, neanche troppo velato, è a quanto successo durante l’ultima campagna per le elezioni presidenziali, quando numerosi account a favore di Donald Trump sono stati bloccati fino alla chiusura degli account del presidente americano stesso, mentre era ancora in carica.

Da questo deriva il disegno di legge SB 7072 secondo cui Big Tech può esser citato in giudizio dai residenti in Florida per danni e i tribunali possono stabilire un risarcimento fino a 10mila dollari a chi è stato censurato per aver espresso quello che pensa.

Il disegno di legge istituisce il reato di deplatforming sui social media di un candidato politico o di un’impresa giornalistica e richiede che la piattaforma segua determinati criteri quando limita la libertà di espressione degli utenti, pena una multa di 25mila dollari. Non solo. Se una piattaforma di social media fornisce intenzionalmente annunci gratuiti per un candidato, tale annuncio è considerato un “contributo in natura” e il candidato deve essere informato.

Se si scopre che le piattaforme hanno violato la legge antitrust, non potranno stipulare contratti con enti pubblici. Una sorta di lista nera che comporterebbe conseguenze reali per i profitti degli oligopoli di Big Tech. Secondo DeSantis, la legge richiederà anche alle società che gestiscono i social media di essere trasparenti sulle loro pratiche di moderazione dei contenuti e di dare agli utenti il ​​giusto preavviso delle modifiche a tali politiche.

Il vicegovernatore della Florida Jeanette Nuñez ha dichiarato che «la Florida si sta riprendendo la piazza pubblica virtuale come luogo in cui le informazioni e le idee possono circolare liberamente. Molti dei nostri elettori conoscono i pericoli di essere messi a tacere o sono stati messi a tacere essi stessi».

«Per fortuna – ha aggiunto – in Florida abbiamo un governatore che combatte contro i grandi oligarchi tecnologici che manipolano e censurano chi esprime opinioni contrarie alla narrativa radicale». E la Florida potrebbe essere solo il primo di una serie di altri Stati che invertono la tendenza.


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