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Cent’anni di comunismo. L’incubo del «paradiso in Terra» comunista. Per non dimenticare
NEWS 2 Ottobre 2017    

Cent’anni di comunismo. L’incubo del «paradiso in Terra» comunista. Per non dimenticare

dal sito Internet
di «Alleanza Cattolica»

 

Come sarà il “paradiso in Terra” promesso e perseguito dalla Rivoluzione comunista?

Il filosofo cattolico francese Jean Daujat (1906-1998) lo descrive così: «Una società nuova che sarà solo lavoro, e in cui nessuna vita familiare, morale o religiosa distoglierà gli uomini dall’unica attività di lavoro, dall’attività di potenza materiale di produzione per trasformare il mondo; in tale società tutta l’umanità sarà solo un unico produttore collettivo infinitamente potente, essendo ormai il singolo individuo soltanto un membro, un organo della potenza collettiva».

In un modo così, vivrà il “nuovo uomo sovietico”, ri-creato dal regime, che sarà «[…] votato alla causa del partito e dello Stato e libero dalle distorsioni e alienazioni psicologiche della società borghese» (Robert Conquest [1917-2015]). L’idea «si rifaceva alla teoria marxista secondo cui la coscienza è determinata dalle condizioni socioeconomiche. Il socialismo avrebbe dovuto inevitabilmente produrre un’altra, superiore, forma di umanità».

Questa forma superiore di umanità è descritta, con elementi d’involontario umorismo, da Lev Davidovič Trockij (Leon David Bronštein [1879-1940]): «L’uomo, infine, comincerà davvero ad essere in armonia […]. Vorrà anzitutto imparare a dominare i processi semiconsci e poi anche quelli inconsci del suo organismo: il respiro, la circolazione del sangue, la digestione, la riproduzione e, entro i limiti possibili, a subordinarli al controllo della ragione e della volontà […]. La specie umana, il pigro Homo sapiens, ancora una volta sarà sottoposta a una ricostruzione radicale e diventerà, nelle sue stesse mani, l’oggetto dei più complessi metodi di selezione artificiale e addestramento psicofisico […]. L’uomo farà di questo il suo obbiettivo […] per creare un tipo sociobiologico migliore, un superuomo, se vogliamo […]. L’uomo diventerà incomparabilmente più forte, più saggio, più sottile. Il suo corpo diventerà più armonioso, i suoi movimenti più ritmici, la sua voce più melodiosa […]. Il tipo umano medio si eleverà ai livelli di Aristotele [384-322 a.C.], Goethe [Johann Wolfgang von, 1749-1832], Marx [Karl, 1818-1883]. E al di là di questo crinale emergeranno nuove vette» (cit. in Richard Pipes, Comunismo, trad. it., 2a ed. it., Rizzoli, Milano 2003, p. 101). Nel ciclo produttivo deve però essere successo qualcosa….

 

Bibliografia

Jean Daujat, Conoscere il comunismo, trad. it., Il Falco, Milano 1977.
Robert Conquest, Il secolo delle idee assassine, trad. it., Mondadori,  Milano 2002.