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Chi ha paura del Concilio di Trento? Arrivano da Utrecht le scomode «ovvietà » del cardinale Eijk
NEWS 16 Febbraio 2014    

Chi ha paura del Concilio di Trento? Arrivano da Utrecht le scomode «ovvietà » del cardinale Eijk

Il Concilio di Trento? A citarlo si dà scandalo. Nella Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani  l'arcivescovo di Utrecht, Willem Jacobus Eijk, ha rilasciato un’intervista alla rivista calvinista Reformatorisch Dagblad, rilanciata poi dal quotidiano Trouw, suscitando dure reazioni negli ambienti ecumenici. Ma cosa ha detto di così sconvolgente il cardinale primate d’Olanda?

Eijk ha ricordato che Trento è stato un segno della «capacità della Chiesa cattolica romana di purificare se stessa», grazie alla «guida dello Spirito Santo», ponendo fine a molti abusi del tardo Medio Evo, come il commercio degli incarichi ecclesiastici, la forma non biblica del sacerdozio, la mancanza di disciplina nei monasteri: «Quando tutti i decreti (del concilio) sono stati attuati, si è riportato ordine nella Chiesa».
 
Trento ha anche contribuito a delimitare alcune «verità di fede» riguardanti i protestanti. Il cardinale ha affermato che quelle sono ancora pienamente in vigore, «come l'essenza del sacramento dell'eucaristia e la transustanziazione».
 
Secondo Eijk le condanne e le scomuniche del Concilio si applicano a coloro che rifiutano le dottrine della Chiesa «con conoscenza, con piena coscienza della verità, e con libera volontà». «In un certo senso – ha aggiunto – questa è una questione teorica. Molte persone hanno un'immagine sbagliata della Chiesa cattolica perché sono stati cresciuti così, o hanno una diversa immagine di Dio. Non è possibile renderle personalmente responsabili per questo. Le condanne di Trento non significano che qualcuno è eternamente condannato da Dio. Dio giudica su questo, un essere umano non  può farlo».
 
Infine, a proposito della riabilitazione di Martin Lutero, il cardinale ha detto: «Su questioni importanti, egli aveva idee diverse rispetto alla dottrina della Chiesa. E questa dottrina rimane com'era».

Perché il sano e necessario ecumenismo, aggiungiamo noi, con buona pace di tutti, non può essere un disconoscere o annacquare la storia.