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Chiesa russa sul battesimo per i nati con utero in affitto: sa, dopo adeguata penitenza per i responsabili
NEWS 4 Aprile 2017    

Chiesa russa sul battesimo per i nati con utero in affitto: sa, dopo adeguata penitenza per i responsabili

Evidenziamo questo passaggio dall'articolo di Vladimir Rozanskij «La Chiesa Ortodossa Russa per l'abolizione totale della maternità surrogata» pubblicato da AsiaNews

 

«[…] La posizione della Chiesa ortodossa russa sulla maternità surrogata viene espressa con chiarezza nei “Fondamenti della Concezione Sociale”, approvati inizialmente dal Sinodo giubilare del 2000 e in seguito aggiornati diverse volte, in riferimento alle nuove questioni morali e bioetiche emerse negli ultimi anni. Si tratta del documento che più di tutti esprime la coscienza ortodossa di essere “anima” della società russa, voluto e preparato dall'allora metropolita Kirill, ora patriarca della Chiesa russa. Esso è in qualche modo il testo ispiratore della politica dello stesso presidente Putin, eletto la prima volta proprio nel 2000.

Nel documento si dichiara che “la gravidanza di una donna fecondata artificialmente, che dopo il parto restituisce il bambino ai ‘committenti’, è contro natura e moralmente inaccettabile anche nel caso venga realizzata su base non commerciale. Questo metodo presuppone la negazione della profonda intimità emozionale e spirituale che si instaura tra la madre e il figlio già durante la gravidanza". Inoltre, tale mezzo di fecondazione provoca traumi nella madre portatrice del feto, in quanto "vengono calpestati i suoi sentimenti materni”.

Nel suo intervento alla Duma di Stato del 2015, il Patriarca di Mosca Kirill illustrò ai deputati la posizione della Chiesa circa le dubbie tecniche riproduttive. “La coscienza morale non può rassegnarsi ad ammettere a livello legislativo la legge sulla cosiddetta maternità surrogata, che trasforma i bambini e le donne in oggetti di affari commerciali e non commerciali”, dichiarò il Patriarca nell'occasione.

Secondo le parole di Vakhtang Kipshidze [vice-presidente del dipartimento sinodale del Patriarcato per i rapporti tra la Chiesa, la società e i mass-media ndr], i bambini nati in seguito all'uso di tecniche di maternità surrogata non hanno nulla di meno o di più degli altri bambini. Tuttavia, la Chiesa li può battezzare soltanto dopo un'adeguata penitenza da imporre a coloro che hanno preso la decisione di utilizzare tale metodo non tradizionale di generazione dello stesso. “Questa posizione esprime l'importanza che i genitori che intendono battezzare il bambino siano in sintonia con la dottrina morale della Chiesa, che ritiene inadeguata tale tecnica riproduttiva”, ha spiegato il rappresentante della Chiesa russa, ricordando che in caso di minaccia per la salute del bambino, egli verrebbe battezzato senza indugio e senza condizioni previe […]».