L’inferno è un argomento su cui si discute molto e su cui i cristiani, spesso, hanno idee diverse che non corrispondono sempre con ciò che insegna la Bibbia. Ma ecco smascherati sul sito web Crosswalk alcuni falsi miti riguardo il luogo della dannazione eterna.
Il primo mito consiste nel credere che sia Dio a mandarci all’inferno. Non è vero: sono le persone stesse che volontariamente sedotte dal diavolo decidono di recarsi lì, perché scelgono di separarsi da Dio, rifiutando la salvezza eterna. Lo dice anche la Scrittura in Matteo 18,12-14 in cui Gesù racconta la parabola del pastore disposto a lasciare le sue 99 pecore per andare a cercare quella che si era persa. Nel versetto 14, si legge che Dio Padre ha la stessa dedizione nell’aiutare coloro che si sono persi: «Il Padre vostro che è nei cieli non vuole che nessuno di questi piccoli perisca».
In tutto questo, però, Dio rispetta il libero arbitrio e ci permette, in qualunque momento, di accettarlo o rifiutarlo. In questo senso, l’inferno è un luogo di separazione da Dio, perché lascia alle persone di scegliersi il proprio destino nell’aldilà, qualunque esso sia, pur tentando fino all’ultimo di salvarci.
La seconda leggenda metropolitana è che il fattore decisivo che determina se le persone vanno in paradiso o all’inferno siano unicamente le azioni buone o cattive che hanno compiuto sulla terra. La salvezza è piuttosto, un dono di Dio. Ciò che determina il destino ultraterreno di un’anima, infatti, è la sua disponibilità al pentimento, in virtù del sacrificio di Cristo.
Allo stesso modo, nessuno può conquistare da solo il paradiso. La fede e le opere, insieme, saranno determinanti al momento del giudizio finale. Un’altra pia illusione sull’inferno è che sia solo per le persone malvagie. In realtà non bisogna arrivare a diventare dei serial killer per meritarsi l’inferno, come dice la Bibbia in Romani 3,23 «Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio».
Ciò significa che tutti abbiamo bisogno della misericordia e del perdono di Dio per evitare l’inferno, anche se siamo soliti compiere buone azioni. Allo stesso modo, il paradiso non è una ricompensa per la nostra bontà personale, ma un dono della grazia di Dio per coloro che permettono a Dio di essere purificati venendo trasformati in persone “nuove” grazie al sacrificio di Gesù.
Il quarto mito è che l’inferno sia un luogo dove le persone vengono punite fisicamente. Sono le rappresentazioni pittoriche che attingono dalla cultura popolare a contribuire, spesso, alla diffusione di tale convinzione: l’inferno viene rappresentato, infatti, in molte opere, come un luogo sotterraneo pieno di fuoco, in cui le persone sono immerse e soffrono fisicamente pene strazianti.
Tuttavia, la Bibbia non solo non dice dove si trova l’inferno, ma si concentra più sulla sofferenza spirituale che su quella fisica, enfatizzando l’angoscia spirituale che si prova, a causa della separazione da Dio. Ad esempio in 2 Tessalonicesi 1, 8-9 leggiamo che coloro «che non obbediscono al Vangelo di nostro Signore Gesù. Questi patiranno il castigo della rovina eterna, separati dalla presenza del Signore e dalla gloria della sua potenza».
Gesù, inoltre, sottolinea il destino eterno dell’anima quando avverte in Matteo 10,28: «Non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima. Temete invece colui che può distruggere e l’anima e il corpo nella Geenna». Infine la convinzione errata numero cinque è che il diavolo sia quello che comanda all’inferno. La Bibbia non dice questo. Pensiamo ad Apocalisse 20,10 in cui si legge: «E il diavolo, che li aveva sedotti, fu gettato nello stagno di fuoco e di zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta; e saranno tormentati giorno e notte, nei secoli dei secoli».
L’inferno, dunque, è un luogo di punizione per Satana e i suoi seguaci, ma non il suo regno. Il diavolo non è il sovrano dell’inferno ma è solo, miseramente, “il principe di questo mondo”. (Fonte foto: Pexels.com)
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