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Colpisci l’omofobo!
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29 Novembre 2017

Colpisci l’omofobo!

 
TIMONE – Maggio 2008 (pag. 54-55)
di  Roberto  MARCHESINI
 
E’ in corso in Europa una campagna persecutoria contro chi si oppone all’ideologia di genere e al movimento gay.
L’obiettivo è convincere l’opinione pubblica che quanti mostrano la bellezza e l’armonia delle differenze sessuali sono nemici della libertà. E vanno condannati dalla legge.
L’omosessualismo, l'ideologia gay per la quale l'orientamento omosessuale è un bene sia per la persona che per la società, ha portato non solo ad una approvazione sociale dell'omosessualità e delle istanze dell'attivismo gay, ma – come tutte le ideologie alla persecuzione di chi a queste si oppone, pur nel rispetto e nell'accoglienza delle persone con tendenze omosessuali.
La caduta del governo Prodi ha portato alla temporanea messa in soffitta delle norme "anti-omofobia", che riservano al cosiddetto "omofobo" non solo il marchio di infamia sociale, ma anche conseguenze penali e civili per ciò che pensa dell'omosessualità, dei matrimoni gay, degli atti omosessuali, delle adozioni gay. La parola "omofobo" non indica, infatti, chi odia gli omosessuali, bensì chi è odiato dagli omosessuali, in quanto portatore di idee contrarie all'omosessualismo.
La mancanza di leggi "anti-omofobia" non ha però impedito agli attivisti gay o gayfriendly di condurre, in questi anni, una vera e propria "caccia all'omofobo".
Prima tappa: gli "omofobi" si organizzano e sono pericolosi 
Il primo episodio si è avuto nel maggio 2005, quando un giornalista gay si è infiltrato, sotto falso nome, in una delle riunioni (aperte a tutti e gratuite) del gruppo Chaire (www.obiettivo-chaire.it ). sorto per dare seguito alle raccomandazioni contenute nella lettera sulla Cura pastorale delle persone omosessuali, scritta dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nel 1986. L'infiltrato non scopre molto, se non un incontro nel quale si prega, si medita un brano evangelico e si condivide la difficoltà del vivere con tendenze omosessuali non desiderate; da questo punto di vista l'infiltrato non scopre nulla di crudele, o discriminatorio. Ma non importa, è sufficiente per dare l'allarme: esistono gruppi di "omofobi", di persone, cioè, che prendono sul serio le indicazioni del Magistero circa l'omosessualità. Prima ancora di essere pubblicata su Pride, il mensile gay per il quale era stata organizzata l'infiltrazione, la notizia viene pubblicata in prima pagina sul quotidiano la Repubblica, con tanto di nome e cognome degli operatori pastorali che hanno offerto gratuitamente il loro tempo e la loro accoglienza a persone sofferenti ma (questo è il punto) con tendenze omosessuali. Sbatti il mostro (inesistente) in prima pagina.
Seconda tappa: vietato rispondere alla richiesta di aiuto 
Il secondo episodio è più recente, risale al febbraio di quest'anno: un giornalista del quotidiano comunista Liberazione si è finto omosessuale e ha chiesto aiuto ad un sacerdote prima e ad uno psicoterapeuta poi.
E ha trovato ascolto e sostegno. Questa è la notizia che di nuovo finisce sui quotidiani (Liberazione e L'Unità). Nuovamente, lo scoop è inesistente: nessuna terapia forzata, niente elettrodi, né torture alla Mengele.
Ma per il giornalista l'accoglienza ricevuta è sufficiente per denunciare l'esistenza di una rete di "taumaturghi del sesso deviato", cioè persone che accolgono il disagio di chi soffre per un orientamento sessuale indesiderato. Stimolato dal quotidiano Liberazione, inoltre, è intervenuto nel dibattito persino il presidente dell'Ordine Nazionale degli Psicologi con una lettera contraddittoria che si concludeva con l'affermazione secondo la quale «lo psicologo non può prestarsi ad alcuna terapia riparativa dell'orientamento sessuale», con buona pace del Codice Deontologico degli psicologi e del rispetto delle "opinioni e credenze" di chi si affida ai professionisti della salute mentale.
Terza tappa: travestimento e falsa intervista. Un "gioco sporco" 
Un mese dopo l'allarme "omofobia" è nuovamente ridestato dal programma Italian Job, nel quale un attore si è spacciato per il dottor Joseph Nicolosi, psicologo statunitense, riferimento mondiale per la terapia di persone con tendenze omosessuali. Il finto Nicolosi ha incontrato a Roma un "monsignore", e ha cercato di fargli pronunciare davanti alla videocamera nascosta qualcosa di "omofobo". Anche in questo caso, con scarsi risultati, eccezion fatta per l'interesse che la Chiesa ha per la terapia riparativa, e il sostegno che offre alle persone con tendenze omosessuali indesiderate.
La strategia del movimento gay 
Che cosa pensare? Beh, innanzitutto si può senz'altro osservare che l'omofobia è così diffusa e pericolosa, in Italia, che per trovare degli "omofobi" bisogna andare a cercarli con il lanternino: gli "omofobi" descritti qui sopra non danno ai gay alcun fastidio, se non quello della loro esistenza.
Secondariamente, come abbiamo visto, non è chiaro il motivo di tutto questo allarme, visto che tutto ciò che questi "mostri" fanno è accogliere, ascoltare e pregare. In terzo luogo: la modalità di questi scoop è sempre l'inganno, la menzogna, la frode; perchè, che bisogno ce n'è? Possibile che nessuno abbia nulla da dire a questo proposito? Infine, è impossibile non accorgersi del degrado di alcune agenzie d'informazione e di certi canali della televisione italiana, al servizio non della verità e dei cittadini, ma dell'ideologia imperante.
La strategia appare chiara: creare un clima sociale di "caccia all'omofobo", un allarme generalizzato, una sensibilità pubblica per modificare la mentalità. Per fare questo non è necessario che esista realmente il "cattivo", è sufficiente che la gente creda nella sua esistenza. È uno scenario simile a quello descritto nel celebre libro 1984, di George Orwell, nel quale la popolazione viene quotidianamente obbligata ad assistere ai "due minuti di odio", durante i quali il regime proietta immagini dell'inesistente Emmanuel Goldstein, «il supremo traditore, tutti i delitti che erano stati commessi in seguito contro il Partito, tutti i tradimenti, gli atti di sabotaggio, le eresie, le deviazioni erano sorti direttamente dal suo insegnamento». È il "sabotatore", la mitologica figura di cui ogni regime ha bisogno per giustificare il mancato raggiungimento della felicità promessa.
Questo odio artificialmente suscitato non ha ancora, in Italia, raggiunto i livelli parossistici di altri paesi. In Francia, ad esempio, monsignor Tony Anatrella, gesuita e psicoanalista, co-autore del Lexicon vaticano, è stato accusato di abusi sessuali da due attivisti gay. Il religioso è dunque finito sui giornali come abusatore di minorenni, il solito prete pedofilo che compie nel segreto atti osceni ma in pubblico condanna l'omosessualità.
Monsignor Anatrella, infatti, aveva curato una voce riguardante l'omosessualità del Lexicon, opera della quale le associazioni gay avevano chiesto il ritiro dal commercio. Le accuse sono poi risultate assolutamente false, costruite ad arte per ferire un "omofobo" che non si rassegna a scrivere la verità sull'omosessualità. Ovviamente, la notizia della falsità delle accuse non ha avuto alcun risalto sui media. 

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