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Come mora di san Giuseppe, secondo la mistica e venerabile Maria di Gesù di Agreda (1602-1665)
NEWS 6 Novembre 2017    

Come mora di san Giuseppe, secondo la mistica e venerabile Maria di Gesù di Agreda (1602-1665)

da Aleteia, di Philip Kosloski

 

Si sa poco della vita di San Giuseppe, padre adottivo di Gesù. Nei Vangeli viene menzionato solo raramente, e non dice mai una parola.

La maggior parte degli studiosi crede che Giuseppe sia morto prima della crocifissione di Gesù, soprattutto perché non era presente alla crocifissione e nel Vangelo di Giovanni Gesù affida sua madre a qualcuno di esterno alla sua famiglia (cfr. Giovanni 19, 27).

Tenendo conto di questo panorama storico, molte tradizioni sostengono che Giuseppe sia morto tra le braccia o alla presenza di Gesù e Maria. È un’immagine splendida, che ha portato la Chiesa a proclamare Giuseppe il santo patrono della “morte felice”.

Ci sono numerosi resoconti di questo momento, ma uno particolarmente toccante è quello che si rinviene negli scritti della venerabile madre Maria di Gesù di Agreda (1602-1665, nota anche come la suora dotata di bilocazione), che scrisse di questo episodio ne La Mistica Città di Dio. È registrato come rivelazione privata.

Poi quest’uomo di Dio, rivolgendosi a Cristo, nostro Signore, nella più profonda reverenza, volle inginocchiarsi davanti a Lui. Ma il dolcissimo Gesù, venendogli vicino, lo accolse tra le sue braccia, e chinando il capo tra queste Giuseppe disse: “Mio altissimo Signore e Dio, Figlio del Padre eterno, Creatore e Redentore del Mondo, dona la tua benedizione al tuo servo e all’opera delle tue mani; perdona, Re pieno di misericordia, le colpe che ho commesso al tuo servizio. Ti esalto e ti lodo, e ti rendo grazie con tutto il cuore perché nella tua ineffabile condiscendenza mi hai scelto per essere lo sposo della tua vera Madre; fa’ che la tua grandezza e la tua gloria siano il mio ringraziamento per tutta l’eternità”. Il Redentore del mondo gli diede la sua benedizione dicendo: “Padre mio, riposa in pace e nella grazia del mio Padre eterno e mia, e ai profeti e ai santi, che ti attendono nel limbo, porta la lieta notizia della prossimità della loro redenzione”. A queste parole di Gesù, reclinandosi tra le sue braccia, il beatissimo San Giuseppe spirò, e il Signore stesso gli chiuse gli occhi.

Qualunque cosa sia accaduta, Giuseppe deve aver avuto una “morte felice”, circondato dalla moglie e dal figlio più amorevoli di tutto l’universo.

Ecco una breve preghiera a San Giuseppe per chiedergli di intercedere per noi affinché anche la nostra morte sia “felice”:

O San Giuseppe,

che hai esalato l’ultimo respiro tra le braccia di Gesù e Maria,

ottienimi la grazia di poter rendere l’anima nella lode,

dicendo nello spirito, nel caso in cui non potessi dirlo a parole,

“Gesù, Maria e Giuseppe, vi dono il mio cuore e la mia anima”.

Amen.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]