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Come sta andando a finire la vicenda delle suore USA ribelli? Tra comunicati e irritazioni, non si capisce…
NEWS 18 Maggio 2015    

Come sta andando a finire la vicenda delle suore USA ribelli? Tra comunicati e irritazioni, non si capisce…

di Marco Tosatti

 

Le suore USA sottoposte da anni a un’inchiesta da parte della Santa Sede parlano in maniera ufficiale per la prima volta dopo che l’iter della procedura si è concluso. Lo fanno con una ampia dichiarazione ufficiale, firmata dai responsabili dell’organizzazione “ombrello” che raccoglie la maggioranza degli ordini delle religiose. L’attuale presidente, Sharon Holland; il futuro president Marcia Allen; l’ex presidente, Carol Zinn, e il Direttore Esecutivo della LCWR Joan Marie Steadman. LCWR sta per Leadership Conference of Womer Religious. Il comunicato parla di un “esito positivo” dell’inchiesta del Vaticano, e le religiose esprimono la speranza che l’esempio dato dal confronto con il Vaticano e i vescovi statunitensi possa incoraggiare “la creazione di spazi addizionali all’interno della Chiesa cattolica” per dibattere problemi teologici e pastorali.

Nell’aprile scorso la Santa Sede aveva annunciato che la “valutazione dottrinale” della LCWR si era conclusa. Per comune accordo si era deciso che ogni ulteriore commento pubblico sarebbe venuto non prima di trenta giorni. Il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Gerhard Müller, aveva dichiarato che “la LCWR aveva chiarito la sua missione di appoggio agli Istituti membri favorendo una visione della vita religiosa che sia centrata sulla Persone di Gesù Cristo e sia radicata nella Tradizione della Chiesa”. Uno dei motivi alla base dell’inchiesta e della valutazione dottrinale, era stata un’indagine previa in cui ci si chiedeva se la LCWR non avesse deviato “dal centro cristologico fondamentale e dal focus della consacrazione religiosa”.

Il comunicato attuale della dirigenza delle suore non fa praticamente cenno alle modifiche che sono state decise in seguito all’indagine vaticana, che comprende la creazione di nuovi Statuti per l’organizzazione; un elemento certamente di notevole importanza; ma afferma che l’attività della LCWR sarà “centrata su Gesù Cristo e sull’insegnamento della Chiesa”. Una sottolineatura certamente significativa e interessante; e che fa da pendant alla definizione di “false accuse” che sarebbero state contenute nell’indagine previa; anche se non si rende chiaro quali siano state le accuse in questione.

Le suore avevano reagito in maniera certamente irritata all’intera questione. E dal comunicato questo dato emerge chiaramente. “La preparazione e la partecipazione a un dialogo così rigoroso e a uno scambio di idee richiedeva tempo ed era, a volte, difficile. La scelta di restare al tavolo e continuare il dialogo intorno a temi di profonda importanza per noi come religiose aveva i suoi costi”. Il comunicato parla di “ascolto profondo” e di “dialogo rispettoso” nei contatti con la Congregazione per la Dottrina della Fede e con i vescovi americani, elementi condivisi da entrambe le parti. Gli scambi sono stati “lunghi e impegnativi”, in un’atmosfera di “mutuo rispetto” e hanno portato a una comprensione più profonda. “Abbiamo apprezzato quello che abbiamo imparato dal lavoro con l’arcivescovo Sartain e con gli ufficiali della Congregazione su come la LCWR è percepita dagli altri”; una delle conseguenze pratiche – una raccomandazione accettata dalle suore –  è una revisione teologica delle riviste pubblicate dalla LCWR.

Il tema della revisione e riscrittura degli Statuti non è toccata dal comunicato. “La nostra speranza – scrivono le suore – è che l’esito positivo della valutazione e del mandato porterà alla creazione di spazi addizionali all’interno della Chiesa cattolica, dove la leadership della Chiesa e i suoi membri possano parlare insieme regolarmente dei temi critici che sono di fronte a noi”. Nel comunicato, e nei colloqui, non sembra sia stato affrontato quello che è uno dei problemi maggiori degli ordini compresi nella LCWR: e cioè il fatto che molti di essi sono destinati a scomparire per mancanza di vocazioni, a differenza degli altri gruppi di religiose, più legate alla tradizione della Chiesa.