Comunismo contro libertà. Come slogan elettorale è un po’ old style, ma usato oggi dà l’idea delle cose solide di una volta che potrebbero funzionare. La presidenta della comunità di Madrid Isabel Diaz Ayuso (foto in alto a sinistra) ha convocato nuove elezioni dopo aver rotto l’alleanza che il suo partito aveva con Ciudadanos e ora, dopo aver annunciato di volersi ricandidare si è ritrovata come avversario principale niente meno che Pablo Iglesias (foto in alto a destra) che ha lasciato il governo con i socialisti per correre come governatore della capitale.
Da qui lo slogan comunismo contro libertà che la Ayuso ha coniato Dper marcare la differenza tutta ideologica con il leader di Podemos. La cosa non è soltanto locale e per certi versi non è neanche solo nazionale, cioè riferita alla Spagna. La competizione del 4 maggio (a proposito, in Spagna si va a elezioni anticipate e nessuno tira in ballo la pandemia) infatti, è gustosa anche per altri paesi come il nostro dato che lo scontro da qui alle elezioni sarà fortemente polarizzato e troveranno spazio nel corso della compagna elettorale tematiche fortemente divisive. In un Paese come la Spagna, ad esempio, che non conosce il cosiddetto fenomeno dei catto comunisti e dove la maggioranza social-podemita sta praticamente dando la caccia alla Chiesa accusandola di essere un retaggio franchista, lo scontro comunismo contro libertà non potrà che essere acceso.
Nel Paese iberico, infatti si stanno moltiplicando le iniziative di attacco alla libertà religiosa, come ha più volte denunciato l’Osservatorio sulla libertà religiosa, che vedono protagonista in negativo proprio il movimento di Iglesias, che definire anticlericale è un eufemismo. Chiese incendiate, croci abbattute, scritte anticlericali sui muri, leggi contro il primato educativo dei genitori. E poi la vicenda eutanasia che ha fatto arrabbiare i vescovi e il tentativo di abbattere la grande croce del Valle de los caidos, trasformandolo, dopo aver esumato il corpo di Franco, da sacrario della riconciliazione nazionale custodito dai monaci benedettini, in un anonimo e partigiano mausoleo della memoria storica, ideologicamente costruito su una parte.
Dal confronto sta infatti traendo linfa vitale Vox, il partito nazionalista e cattolico, i giornali lo chiamano Ultra, che si sta già fregando le mani per lo scontro con Iglesias e si è offerto a Diaz Ayuso per spostare la campagna elettorale un po’ più a destra. Lei, nicchia, perché spera di poter recuperare anche qualche transfuga di Ciudadanos, ma non disdegna affatto le avances di Santiago Abascal, il leader di Vox che punta così a preparare le basi per il prossimo scontro elettorale, quello nazionale, da una posizione di governo di Madrid. Infatti, gli analisti del Pais hanno già notato che la Ayuso si sta avvicinando all’ala più dura, leggi a destra, del Partido Popular.
Lo scontro sarà dunque fortemente orientato su valori ben precisi e se si pensa che Iglesias flirta con i separatisti, odia tutto ciò che è sentimento religioso ed è statalista, c’è da scommettere che la Ayuso ripeterà discorsi identitari e tradizionalisti come fece a Natale in occasione dell’inaugurazione del presepe alla Puerta del Sol dove si fece notare con quel riferimento a Gesù Cristo come centro della storia. Un pugno in faccia al perbenismo catto quieto, ma anche un avviso ai naviganti.
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