Winston Marshall, chitarrista dei Mumford and Sons, ha lasciato la band. La sua decisione non è stata il risultato di discordia interna al gruppo o del desiderio di proseguire la carriera da solo, ma il rendersi conto che il prezzo per rimanere sarebbe stato troppo alto per la sua coscienza, e si è reso conto di non essere disposto a pagarlo. Il suo dramma è iniziato all’inizio di marzo, quando Marshall, come era sua abitudine durante quarantena, ha twittato il suo pensiero riguardo un libro che aveva letto da poco. Il libro in questione era Unmasked: Inside Antifa’s Radical Plan to Destroy Democracy. (“Smascherato: dentro il piano radicale di Antifa per distruggere la democrazia”) L’autore è Andy Ngo, è uno dei pochi giornalisti che ha osato riportare le violenze del gruppo di estrema sinistra, e per questo nel 2019 è stato picchiato così violentemente da riportare una lesione cerebrale.
«Congratulazioni @MrAndyNgo. Finalmente ho avuto il tempo di leggere il tuo libro così importante. Sei un uomo coraggioso», ha twittato Marshall. Il pubblico di Twitter, che sembra oscillare tra il credere che gruppo Antifa non esista e il credere che sia la migliore difesa dell’America contro il fascismo, si è subito schierata contro di lui. È stato definito fascista, razzista e sostenitore dell’estremismo di destra. L’onta mediatica non è calata solo su Marshall, ma anche sugli altri tre membri della band, così come sulle loro famiglie. Marshall ha quindi fatto quello che la maggior parte delle persone fa di fronte ad attacchi di questo tipo, si é scusato, ritirando il suo sostegno al lavoro di Ngo. Il suo obiettivo principale, in quel momento, era proteggere i suoi compagni di band, ma, in fondo, era anche pronto ad accettare di aver effettivamente commesso una sorta di terribile errore.
Eppure nei mesi successivi si è reso conto che l’unico errore a lui imputabile era quello di aver fatto marcia indietro sulla verità. Ha quindi ritirato le sue scuse e raddoppiato la sua dichiarazione originale. E per proteggere i suoi compagni di band e, soprattutto, la sua integrità, ha lasciato i Mumford and Sons. In un saggio pubblicato il 24 giugno, Marshall ha riportato le sue ragioni: «Per me parlare di quello che ho imparato essere una questione così controversa porterà inevitabilmente ai miei compagni di band una serie di problemi», ha scritto. «Il mio amore, la mia lealtà e la mia responsabilità nei loro confronti non mi permettono di creargli questi problemi. Potrei rimanere e continuare a censurare le mie idee, ma questo eroderà il mio senso di integrità e mi sporcherà la coscienza».
Marshall si è seduto con Bari Weiss [un’opinionista che si dipinge come “una liberale a disagio con gli eccessi della cultura di sinistra”]- che è forse una delle uniche persone in grado di relazionarsi pienamente con la sua situazione – e ha rilasciato un’intervista cruda in cui ha spiegato più dettagliatamente il suo processo di pensiero e il suo stato emotivo. «Sentivo che stavo partecipando alla menzogna, che o l’estremismo non esisteva, o che era una forza a sostegno del bene. Questo ha cominciato a disturbare davvero la mia coscienza… Nel corso dei mesi, mi sono sentito davvero a disagio con la mia integrità». Nell’intervista, Marshall si è aperto sulle influenze che lo hanno guidato verso l’abbandono di tutto ciò per cui aveva lavorato per 15 anni. Il saggio del dissidente sovietico Alexander Solzenitzyn “Live Not by Lies” fu una grande guida, così come la vita di Winston Churchill. Ma soprattutto, è stata la sua fede cristiana a spingerlo a rifiutare le bugie a cui aveva capitolato sotto costrizione. Weiss lo ha pressato sul tema della fede, osservando che: «Non tutti, ma un numero spropositato di persone che sono disposte a dire la verità e a resistere al nuovo illiberalismo, sono religiose». Con una risata, Marshall ha risposto utilizzando una una frase ripetuta dal “grande teologo americano Kanye West” – «Abbi paura di Dio, e non avrai paura di nient’altro». «La mia fede ha avuto un ruolo importante in questo periodo della mia vita e in realtà la settimana prima di prendere la decisione finale di lasciare la band, mi sono praticamente auto segregato nella chiesa dietro l’angolo di casa mia», ha detto. «È un momento veramente grande per me. Probabilmente è per questo che dopo un po’ le scuse che avevo fatto su Twitter mi davano fastidio, in particolare mi sentivo come se avessi partecipato a una grande bugia. Non riuscivo a far quadrare quelle cose nella mia coscienza».
Ciò che colpisce di più della storia di Marshall è che non è solo qualcuno che ascolta ancora la sua coscienza, ma qualcuno che discerne attentamente i sussurri e i movimenti dello Spirito Santo all’interno dei suoi pensieri, niente meno che davanti al Santissimo Sacramento. Consapevolmente o meno, Marshall ha intuito i passi fondamentali delle Regole di Sant’Ignazio per il Discernimento degli Spiriti. La prima Regola afferma che quando le persone cadono nel peccato, c’è uno spirito cattivo che rende il peccato attraente e giustificabile. Allo stesso tempo, c’è uno spirito buono che causa disagio nella mente e nell’anima, «pungendoli e mordendo le loro coscienze attraverso il processo della ragione». Riconoscendo che il tumulto interiore che provava dopo aver rilasciato le sue scuse era spinto dallo spirito buono, Marshall ha potuto seguirlo in uno “stato di consolazione”. Sant’Ignazio chiama consolazione «ogni aumento della speranza, della fede e della carità, e tutta la gioia interiore che chiama e attrae alle cose celesti e alla salvezza della propria anima, calmarla e darle pace nel suo Creatore e Signore».
Nel discernere che aveva bisogno di scegliere la verità su tutto il resto, Marshall ha descritto i sentimenti di pace e carità che ne seguirono – segni sicuri che era entrato nella consolazione. «Un buon amico mi ha chiesto: “Come ti sentirai quando vedrai i ragazzi sul palco?” e la mia risposta sincera è che ne sarò felice. Sarò orgoglioso e felice per loro», ha detto. «Penso che saprei che essere sul palco con loro… È difficile parlarne perché la mia coscienza bruciava così forte prima e la dichiarazione che ho fatto me l’ha davvero chiarita, quindi è un po’ difficile da articolare, ma sono molto in pace con la mia decisione… Vado con amore. È ancora triste, certo, ma sono orgoglioso di quello che ho fatto. Temo il Signore, quindi non temo il futuro». «La pace che supera ogni comprensione» (Filippesi 4:6) deriva dall’osservazione della verità di Dio, non dalla versione di Twitter della verità. Raggiungerla può richiedere sacrifici seri, ma coloro che fanno quei sacrifici, tra cui Weiss e Marshall, sono convinti che i sacrifici valgano la pena. «Mi sento come se riportassi un po’ a casa la mia anima», disse Marshall. «No, scusate, non un po’, completamente» (Fonte)
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