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Contrordine compagni: il Celacanto non è più dei nostri e per spiegare il darwinismo è inservibile
NEWS 29 Settembre 2015    

Contrordine compagni: il Celacanto non è più dei nostri e per spiegare il darwinismo è inservibile

di Enzo Pennetta

 

Il Celacanto è un pesce che fino agli anni ’30 del Novecento era stato ritenuto estinto e dai fossili disponibili si dedusse con paleontologica certezza che fosse un progenitore degli anfibi.

Ma purtroppo un bel giorno del 1938 il caro estinto fece una sorpresa e si fece letteralmente “pescare” ancora in vita, il Genere venne denominato Latimeria. Ma, cosa ancor più sconveniente, fu la profondità alla quale l’ex estinto amava vivere, che era tra i 100 e i 400 metri, una quota che davvero non si addice ad un aspirante anfibio.

Il Celacanto tornava così ad essere un pesce, un fossile vivente (anche se questa espressione non dovrebbe essere usata), ma indiscutibilmente un pesce che non manifestava la minima intenzione, e tanto meno capacità, di vivere anche temporaneamente fuori dall’acqua.

Tutti quanti accettarono l’evidenza dei fatti, il suo caso andava benissimo come insegnamento su possibili conclusioni della paleontologia date troppo precipitosamente per certe. Ma proprio adesso, quando ce ne stavamo tutti tranquilli, ecco il colpo di scena: il Celacanto uscì effettivamente dall’acqua, ma si è poi precipitato a tornarci (è il caso di dirlo, a gambe levate), dopo essere scappato via dalla Terra dove era andato temporaneamente a vivere respirando con un bel paio di polmoni.

La prova, secondo uno studio pubblicato su Nature Communications: «Gli antichi celacantidi hanno un posto particolare nella storia dell’evoluzione perché si ritiene che da essi siano discesi i primi animali che lasciarono i mari per colonizzare la terraferma, come è testimoniato dalle strutture di tipo polmonare identificabili nei loro fossili. Queste strutture non sembravano però presenti in Latimeria. Ora, analizzando con tomografia a raggi X embrioni di Latimeria a diversi stadi di sviluppo, Camila Cupello e colleghi hanno scoperto che quello che appare come un breve diverticolo esofageo circondato da un organo adiposo è invece ciò che resta dell’antica struttura polmonare».

Ora, analizzando con tomografia a raggi X embrioni di Latimeria a diversi stadi di sviluppo, Camila Cupello e colleghi hanno scoperto che quello che appare come un breve diverticolo esofageo circondato da un organo adiposo è invece ciò che resta dell’antica struttura polmonare.

Insomma, si riesce a continuare a sostenere che i calacantidi siano gli antenati di animali che colonizzarono la terra ferma e che si ritrovano adesso ancora nel mare perché stufatisi della vita all’aria aperta sarebbero tornati nell’acqua, tanto che in essi sarebbero presenti le vestigia degli antichi polmoni. Questo però li differenzierebbe dai cetacei che nel loro tornare in acqua avrebbero mantenuto i polmoni, i celacanti sono evidentemente tipi molto più radicali, per loro quando si torna in acqua si abbandonano i polmoni e si vanno a recuperare le branchie (che nel frattempo avrebbero dovuto trasformarsi in orecchie), e così, con grande abilità, il celacanto atrofizza lo sfiatatoio o naso, atrofizza i polmoni, e rimette in funzione le branchie per potersi risistemare tra i 100 e i 400 metri di profondità. Certamente all’inizio le orecchie avranno dato qualche fastidio, ma ci si abitua… Come abbiamo visto recentemente, non c’è bisogno di provare certe affermazioni.

Quindi il Celacanto è stato un progenitore dei tetrapodi, ma anche i tetrapodi sono stati progenitori del Celacanto:

 

[da "Nature"]

E così, come in una specie di gioco dell’oca, il Celacanto, una volta diventato tetrapode, è finito su una casella sbagliata ed è tornato al punto di partenza…