Un grazie accorato agli otto sacerdoti religiosi e alla trentina di suore di diverse congregazioni che “lavorano e pregano nella Chiesa cattolica in Islanda” è contenuto nella lettera appena pubblicata del vescovo di Reijkavik, mons. Peter Bürcher. “La maggior parte di loro sono giovani. Sono un segno di speranza per la nostra Chiesa”, scrive ancora il vescovo, ricordando un recente incontro in cui insieme si è “pregato, mangiato, condiviso e celebrato la Messa”. L’attività di questi 40 religiosi è dedicata agli 11mila cattolici in Islanda: il numero dei fedeli è raddoppiato nel corso degli ultimi dieci anni per cui “è necessario costruire o comprare nuove chiese”, oltre le 17 chiese e cappelle già in funzione. Ricorda Bürcher che sono stati gli ordini religiosi in Islanda nel XX secolo a costruire quella che oggi è diventata la Cattedrale di Cristo Re per ospitare allora 55 fedeli, ma che ora “tutte le domeniche è troppo piccola!”. E scrive il vescovo del suo “sogno” di “stabilire un monastero maschile, se possibile”, come nel Medioevo, quando “i benedettini e agostiniani possedevano diversi monasteri in Islanda”. C’è già “un grosso pezzo di terreno con delle case e una chiesa riscaldata a Úlfljótsvatn. Ora dobbiamo trovare una comunità monastica”. Il vescovo si affida all’intercessione di Giovanni Paolo II, che 25 anni fa aveva fatto sosta in Islanda, nel corso di una visita attraverso i paesi nordici.
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