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Cristiano copto giustiziato dagli affiliati dell’ISIS in Egitto
NEWS 22 Aprile 2021    di Redazione

Cristiano copto giustiziato dagli affiliati dell’ISIS in Egitto

Un cristiano copto ortodosso è stato ucciso dagli affiliati dell’ISIS in Egitto all’inizio di questa settimana. Rapito a novembre 2020 davanti alla sua casa a Bir-al-Abd, nel Sinai settentrionale, testimoni oculari hanno riferito che ha opposto resistenza ai rapitori e che è stato picchiato in malo modo prima di essere gettato in un’auto poi risultata rubata.

Il video della sua insensata e brutale esecuzione è stato rilasciato ieri, Nabil Habashy Salama, 62 anni, può essere visto mentre, inginocchiato nel deserto egiziano, viene raggiunto da uno sparo alla nuca. Il “crimine” di cui era accusato Nabil era quello di aver contribuito alla costruzione di una chiesa nel Nord Sinai (Foto a sinistra). I Salamas sono conosciuti come una delle più antiche famiglie copte di Bir al-Abd sulla costa mediterranea della penisola del Sinai. Nabil era un gioielliere, che possedeva anche negozi di telefonia mobile e abbigliamento in quella zona.

Il figlio di Nabil, Peter Salama, ha rilasciato un messaggio dopo l’esecuzione dicendo che i militanti dell’ISIS «nei loro sforzi per farlo ripudiare la fede, hanno umiliato mio padre e gli hanno rotto tutti i denti per torturarlo. Eppure, nonostante tutto questo, ha resistito e siamo così felici per lui. Stiamo dicendo ai nostri figli che il loro nonno è ora un santo nei luoghi più alti del cielo. I militanti dell’ISIS mi hanno contattato durante il periodo in cui mio padre è stato nelle loro mani e, anche se sapevo che parlava nascondendo il dolore, lui diceva “Va tutto bene, grazie a Dio”», ha aggiunto il figlio. Prima di essere rapito, mentre partecipava alla costruzione della chiesa, disse al figlio: «Non pensare che io stia costruendo questa chiesa per “qui”. Sto costruendo per me una casa in paradiso» Ed è stata forse questa pace che ha permesso a Nabil di dire a suo figlio prima della sua esecuzione, mentre era sotto la costrizione dei suoi rapitori: “Va tutto bene, grazie a Dio.”

Le forze di sicurezza egiziane hanno catturato e ucciso tre dei militanti responsabili della morte di Nabil, ma il video e l’esecuzione sollevano timori di una rinnovata attività dell’ISIS dopo un periodo di silenzio relativamente lungo. Sarah Bassil, responsabile delle comunicazioni per l’organizzazione per i diritti umani In Defense of Christians (IDC), ha detto che Habashy era «un parrocchiano molto attivo della chiesa, e in realtà ha contribuito a costruire una delle poche chiese della zona, quindi la sua perdita è veramente sentito dalla comunità». Bassil ha spiegato che i copti d’Egitto, la più grande comunità cristiana nel mondo arabo, continuano a vedersi negati molti diritti legali a causa della crescente violenza fisica. «Purtroppo questa è la realtà per la comunità copta in Egitto e IDC è sempre più preoccupata per la situazione», ha detto.

«Il presidente Abdel Fattah al-Sisi si è personalmente impegnato a promuovere la coesistenza pacifica tra cristiani e musulmani in Egitto e il suo governo ha compiuto alcuni passi incoraggianti», ha dichiarato Mervyn Thomas, presidente di Christian Solidarity Worldwide, porgendo le sue condoglianze alla famiglia Salama. «[Ma bisogna]… sottolineare che occorre fare molto di più per sradicare il settarismo, proteggere le comunità vulnerabili, promuovere la coesione sociale e sostenere i diritti umani fondamentali per tutti gli egiziani».


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