Lo «psicoreato» profetizzato dalla penna di George Orwell adesso è realtà. Lo è divenuto, manco a dirlo, proprio nel Paese dell’autore di 1984, nel Regno Unito, a seguito del voto di martedì della Camera dei Comuni con il quale si è votato il Public Order Bill. Nel provvedimento, la clausola 10 ha introdotto la criminalizzazione di qualsivoglia forma di «influenza» – preghiera inclusa – al di fuori delle strutture per l’aborto. D’ora in poi, quindi, i pro life dovranno sostare ad almeno 150 metri (circa 492 piedi) di distanza dalle cliniche che forniscono aborti, se non vogliono beccarsi una multa per violazione delle «zone cuscinetto».
La sanzione proposta in precedenza prevedeva addirittura la pena detentiva, ma c’è da dire che le multe per i trasgressori della nuova disposizione sono comunque potenzialmente illimitate. Chi ha provato a fermare questo scempio è stato il deputato conservatore Andrew Lewer, il quale aveva presentato un emendamento appunto per consentire la preghiera silenziosa e le conversazioni consensuali all’interno delle «zone cuscinetto». «Questa sezione del Public Order Bill», aveva in precedenza denunciato il deputato conservatore, «ci sta portando nel territorio dei crimini mentali e crea un’interferenza senza precedenti con i diritti alla libertà di parola e di pensiero nel Regno Unito». Purtroppo il monito di Lewer non è stato ascoltato e la sua proposta emendativa è stata respinta nettamente con un voto di 299 contro 116.
A breve potrà dunque capitare che degli agenti di polizia possano avvicinarsi a chiunque sia fermo immobile e silenzioso nei pressi di una struttura per aborti e chiedergli: «Che cosa stai facendo?». «Questo voto», ha commentato Jeremiah Igunnubole, consulente legale di ADF UK, l’organizzazione in prima fila per la libertà religiosa e di pensiero, «segna un momento di svolta per i diritti e le libertà fondamentali nel nostro Paese. Il Parlamento ha avuto l’opportunità di rifiutare la criminalizzazione del libero pensiero, che è un diritto assoluto, e abbracciare la libertà individuale per tutti. Invece, il Parlamento ha scelto di sostenere la censura e di criminalizzare attività pacifiche come la preghiera silenziosa e la conversazione consensuale».
«Oggi è l’aborto», ha aggiunto Igunnubole, «ma domani potrebbe essere un’altra questione controversa di dibattito politico. Il principio rimane che il governo non dovrebbe mai essere in grado di punire nessuno per la preghiera, per non parlare della preghiera silenziosa e della conversazione pacifica e consensuale». Alithea Williams, responsabile delle politiche pubbliche per la Society for the Protection of Unborn Children, ha avvertito che la nuova norma sulla zona cuscinetto «significa che i comuni cittadini saranno bollati come criminali e soggetti a sanzioni finanziarie paralizzanti per aver testimoniato pacificamente e offerto aiuto alle donne bisognose».
Fatto gravissimo, secondo Williams, dal momento che la presenza di manifestanti pro life nei pressi delle cliniche per aborti si è già rivelata nel tempo «una vera ancora di salvezza per le donne». Rafforza questa presa di posizione un sondaggio della Bbc dello scorso anno, attraverso il quale si è appurato come quasi 1 donna su 5 che ha abortito lo faccia contro la propria volontà. Ciò nonostante, il Parlamento inglese non ha voluto sentire ragioni. E comunque già lunedì, il giorno prima del varo dello «psicoreato», l’attivista pro life Isabel Vaughan-Spruce è stata arrestata per la seconda volta per aver pregato in silenzio vicino a una struttura per aborti a Birmingham. Mancava dunque giusto una legge, ma del totalitarismo abortista c’erano già chiari segnali. (Foto: Bing, immagine free/Adf.uk)
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