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Difendere la famiglia è lottare contro Satana. Il metropolita Fülà¶p Kocsis lo ha ricordato al Sinodo
NEWS 20 Ottobre 2015    

Difendere la famiglia è lottare contro Satana. Il metropolita Fülà¶p Kocsis lo ha ricordato al Sinodo

Il testo dell’intervento al Sinodo del metropolita Fülöp Kocsis, dell’arcieparchia di Hajdúdorog, in Ungheria (cattolici di rito bizantino).

 

«Concentro le mie osservazioni sul paragrafo 8 del capitolo 1 (dell’Instrumentum Laboris ndr), ma in verità scorgo un difetto nel testo nel suo complesso, la mancanza di qualcosa che dovrebbe caratterizzare la nostra visione di questi temi. Potrei indicare tutti i paragrafi che, analizzando la situazione contemporanea, parlano di una società e di una epoca mutate, chiamando le difficoltà apparse recentemente come delle “sfide”.

Mi sembra che al testo manchi  una chiarimento sull’incipit, sulla radice di tali cambiamenti: da dove vengono? La gran parte di essi non sono compatibili con il piano di Dio; non vengono da Lui. Se è così, allora ci si deve chiedere: da dove vengono, da dove derivano queste difficoltà?

Dobbiamo dire con chiarezza che nel nostro mondo profondamente corrotto la famiglia e gli uomini di buona volontà sono sotto attacco, un feroce e imponente attacco. E questo attacco è del demonio.

Dobbiamo chiamare per nome le forze diaboliche che hanno un ruolo in questi fenomeni, perché così è possibile trovare indicazioni nella ricerca di possibili soluzioni.

La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti (Efesini 6,12)

Perciò è necessario un vero combattimento spirituale per respingere gli attacchi di Satana nel nostro tempo. Vedrei veramente con favore un enfasi posta su questa lotta spirituale, anche nella parte finale del documento dove devono essere formulate delle proposte.

Prendete perciò l'armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove (Efesini 6,12)».