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Don Giussani: il potere mondano tende a risucchiarci. Serve un contrattacco all’ideologia
NEWS 13 Giugno 2015    

Don Giussani: il potere mondano tende a risucchiarci. Serve un contrattacco all’ideologia

«Tutto il mondo è posto nella menzogna. Il potere mondano tende a risucchiarci: allora la nostra presenza deve fare la fatica di non lasciarsi invadere, e questo avviene non solo ricordando e visibilizzando l'unità tra noi, ma anche attraverso un contrattacco. Se il nostro non è un contrattacco (e per esserlo deve diventare espressione dell'autocoscienza di sé), se non è un gusto nuovo che muove l'energia di libertà, se non è un'azione culturale che raggiunge il livello dignitoso della cultura, allora l'attaccamento al Movimento è volontaristico, e l'esito è l'intimismo. L'intimismo non è presenza, per l'intensità e la verità che diamo a questa parola. (…) La modalità della presenza è resistenza all'apparenza delle cose ed è contrattacco alla mentalità comune, alla teoria dominante e alla ideologia del potere; resistenza e contrattacco non in senso negativo, di opposizione, ma come lavoro. Per indicare e per definire l'esprimersi di una presenza secondo una dignità anche semplicemente umana non esiste che la parola lavoro: cioè portare dentro tutto, su tutto, l'interesse della nostra persona» (Viterbo 1977)»

«Una persecuzione vera? È così. L’ira del mondo oggi non si alza dinanzi alla parola Chiesa, sta quieta anche dinanzi all’idea che uno si definisca cattolico, o dinanzi alla figura del Papa dipinto come autorità morale. Anzi c’è un ossequio formale, addirittura sincero. L’odio si scatena – a mala pena contenuto, ma presto tracimerà – dinanzi a cattolici che si pongono per tali, cattolici che si muovono nella semplicità della Tradizione». (da Un avvenimento di vita, cioè una storia, Edit-Il Sabato, 1993)

«Ci chiamano integristi proprio rabbiosamente, con razzismo ideologico, perché sono pronti ad amare qualunque persona, qualunque idea (…) salvo di essere prontissimi ad odiare i loro confratelli cristiani che non la pensano come loro! Ci chiamano integristi perché noi urgiamo la Fede! Loro obiettano: "Ma la fede non guarda il potere… così se siamo perseguitati è meglio!" Come "Se siamo perseguitati è meglio?" È una frase da intellettuali! Perché nella persecuzione chi ci lascia le penne sono i più deboli, i più poveri! Nelle catacombe, se Dio ci manda, noi invocheremo lo Spirito, ma andarci senza cercare di difendersi, è cretino!». (da Vita di don Giussani di Alberto Savorana, Rizzoli 2013)