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«Era un leone della Chiesa». L’ultimo abbraccio di Sidney al cardinale Pell
NEWS 3 Febbraio 2023    di Redazione

«Era un leone della Chiesa». L’ultimo abbraccio di Sidney al cardinale Pell

Il cardinale George Pell è uno dei cardinali che offre il suo contributo per ricordare Benedetto XVI nel numero esclusivo del Timone di febbraio. Ho personalmente ricevuto il testo via mail dal cardinale il giorno 9 gennaio 2023, il giorno dopo il porporato è deceduto a Roma per complicanze a seguito di una programmata operazione all’anca. Ci eravamo sentiti qualche giorno prima, precisamente il 4 gennaio, dove mi comunicava appunto dell’operazione e che probabilmente non avrebbe potuto scrivere nulla in merito all’importanza di Benedetto XVI come “maestro di fede” per il numero speciale del mensile. Invece, a sorpresa, il 9 gennaio mi ha inviato un testo in inglese da “rimaneggiare”. Purtroppo non ha avuto il tempo di rivederlo, lo abbiamo pubblicato quindi con la nostra traduzione e revisione redazionale, sperando possa perdonarci vedendo comunque riportato in assoluta fedeltà il contenuto e il suo pensiero. A Dio Eminenza (Lorenzo Bertocchi)

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Nonostante le ostilità di alcuni irriducibili gruppi di contestatori, inclusi alcuni attivisti Lgbt appostatisi fuori dalla chiesa, l’ultimo saluto dato nelle scorse ore al cardinale George Pell – mancato il 10 gennaio – nella cattedrale di St Mary, a Sydney, può essere riassunto come un lungo e commosso abbraccio. A darlo, oltre ai tanti fedeli, 30 vescovi, 220 sacerdoti e decine di seminaristi. Presenti anche tanti rappresentanti dell’associazionismo cattolico e delle comunità etniche, così come i residenti di David’s Place, una comunità per i senzatetto e gli emarginati di Sydney.

I funerali sono stati celebrati dall’arcivescovo Anthony Fisher, che nella sua omelia ha ricordato il predecessore come «un leone della Chiesa», come un pastore che ha proclamato il Vangelo «con veemenza, coraggiosamente fino alla fine». «Possedeva anche un cuore grande», ha aggiunto Fisher, «abbastanza grande e forte lottare per la fede e sopportare le persecuzioni, ma pure abbastanza tenero da prendersi cura dei sacerdoti, dei giovani, dei senzatetto, dei prigionieri e dei cristiani imperfetti».

Toccanti, in particolare, sono state anche le parole del fratello del cardinale scomparso. «Era mio fratello», ha affermato David Pell, «era un principe della Chiesa. Un uomo buono e santo, e un orgoglioso australiano. Poteva non concordare con la tua opinione, ma non era mai in disaccordo con te come persona». «‘Non avere paura’ era il motto di George. Queste parole sono menzionate nella Bibbia 365 volte», ha inoltre aggiunto David Pell, sottolineando che sono parole «potenti e devono essere ricordate anche da noi, mentre continuiamo la lotta quotidiana».

Sono testimonianze – queste riportate dalla Catholic News Agency, nel suo servizio sui funerali tenutisi ieri – che non possono che confermare l’idea che anche i fedeli semplice e non australiani si erano fatti di questo porporato. Del resto, solo «un leone della Chiesa» – e un confessore della fede, come il Timone ha voluto ricordare – avrebbe potuto resistere ad una prova come quella del cardinale Pell, che nel 2018 fu condannato, peraltro con le accuse più infamanti (quelle di abusi), facendosi 404 giorni di carcere, prima di essere assolto con formula piena. Che il suo esempio e il suo coraggio diventino un modello per tutti i fedeli, in questi tempi difficili (Foto: Imagoeconomica /7NewsAustralia, Screenshot YouTube)

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