Trentunesima domenica del tempo ordinario.
Ormai siamo si avvicina il termine dell’anno liturgico; a fine novembre la Chiesa romana festeggia Cristo Re dell’universo e quindi tutte le letture ormai ci portano a porre l’attenzione sull’escatologia, questa parte della teologia che si concentra sulla fine dei nostri giorni su quello che succederà a tutti noi.
Ma prima di arrivare lì è come se la Chiesa volesse ricordare a noi sacerdoti con spunti presi dall’antico testamento, da San Paolo e poi da Cristo stesso, qual è il nostro scopo, cosa dobbiamo ricordare costantemente in maniera opportuna e non, non solo al popolo cristiano, ma a tutti gli uomini.
Questa domenica non ci sono mezzi termini. Oggi non possiamo nasconderci, noi sacerdoti dobbiamo compiere il mandato prescrittoci; come possiamo pretendere dal popolo cristiano che conosca di più il Vangelo, le scritture, il Magistero, la dottrina, se poi noi stessi non compiamo il nostro naturale ministero cioè di consacrare le nostre parole il nostro stesso parlare alla verità di Cristo?
Sappiamo bene che oggi si parla di tutto, si parla di tante cose che riguardano il sociale, ma come esimi vescovi hanno ricordato non si parla più di dottrina di fede di virtù di verità invece per poter compiere il nostro dovere e opportuno mettere al centro le parole e anche le minacce che Cristo rivolse a coloro che seggono sulla cattedra di Mosè o addirittura a coloro che sono per consacrazione Alter Christus.
La morale è difficile da vivere e di questa risponderemo sicuramente tutti noi e soprattutto noi sacerdoti se non compiamo il nostro dovere, ma che almeno le nostre parole siano un riscoprire costante la verità Cristiana. Se almeno avremmo compiuto il compito della sentinella, come ricorda Ezechiele, potremmo almeno dire davanti a Dio di aver educato il popolo Cristiano.
Oltretutto non è altro che una cascata: noi riceviamo ciò che la gerarchia Celeste ciò che da Dio, gli angeli ai santi alla chiesa trionfante abbiamo ricevuto, come possiamo interrompere questo flusso di grazia se la Grazia non viene da noi, non perché siamo migliori ma per mandato divino, da chi verrà?
Riceverai direttamente a casa tua il Timone
Se desideri leggere Il Timone dal tuo PC, da tablet o da smartphone
© Copyright 2017 – I diritti delle immagini e dei testi sono riservati. È espressamente vietata la loro riproduzione con qualsiasi mezzo e l’adattamento totale o parziale.
Realizzazione siti web e Web Marketing: Netycom Srl