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Filippine, dramma silenziato. L’unica città  cristiana della neoregione islamica del Bangsamoro non si arrende
NEWS 29 Luglio 2014    

Filippine, dramma silenziato. L’unica città cristiana della neoregione islamica del Bangsamoro non si arrende

L'unica città cristiana della provincia a maggioranza islamica di Mindanao «vorrebbe un governo locale sotto il controllo diretto dell'esecutivo nazionale. Preferiamo rimanere fuori dal Bangsamoro, anche se sosteniamo il diritto all'auto-determinazione dei musulmani del luogo. Spero che Manila ci ascolti prima che ci siano problemi». È l'opinione di Elvino Balicao jr, sindaco di Wao – municipalità con circa 50mila abitanti nella zona di Lanao del Sur – e lui stesso cristiano. L'area in cui vive è composta dalle province islamiche che – dopo i recenti accordi di pace – hanno lanciato un governo locale ispirato ai principi musulmani.

Il Bangsamoro è una regione storica delle Filippine composta da una popolazione prevalentemente musulmana, sconquassata da decenni di guerra civile fra il governo centrale e i guerriglieri del Moro (gruppo etnico di fede islamica e primo ispiratore della guerriglia per l'indipendenza) e del Milf (Moro Islamic Liberation Front): questi hanno chiesto nel tempo prima l'indipendenza e poi una sostanziale autonomia dall'esecutivo centrale. L'accordo di pace del 2012 ha previsto la costituzione della regione come regione autonoma delle Filippine.

Wao è l'unica città a maggioranza cristiana: qui i musulmani sono soltanto il 17% della popolazione. Secondo il sindaco Balicao «rispettiamo la loro cultura e abbiamo vissuto in pace, fianco a fianco, da tempo immemorabile. Ma il mio popolo preferisce vivere e praticare la propria fede, portando avanti la propria cultura, all'esterno di un governo islamico autonomo». Il riferimento è alle restrizioni che la religione islamica impone ai suoi fedeli, e che "troppo spesso" questi estendono anche ai non musulmani.

«Voglio essere chiaro – aggiunge il politico – e dire che noi non ci opponiamo alla loro volontà. Ma come il 27 marzo 2014 [data della firma dell'accordo che ha sancito la creazione del Bangsamoro nda] abbiamo manifestato in maniera pacifica, allo stesso modo vogliamo chiedere a Manila di ascoltare la nostra voce».