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Fresca e spumeggiante arriva dalla Scozia la «Brewdog», la prima birra transgender
NEWS 10 Novembre 2015    

Fresca e spumeggiante arriva dalla Scozia la «Brewdog», la prima birra transgender

Leggiamo su Huffington Post che l’azienda scozzese BrewDog, gestita da James Watt e Martin Dickie, ha lanciato sul mercato la birra No Label, ottenuta usando fiori di luppolo che hanno subito un “cambiamento di sesso”, da femmina a maschio, poco prima di essere raccolti.

Conoscendo bene i gusti del momento e soprattutto il grande vantaggio di sostenere la causa Lgbt, i gestori della BrewDog hanno definito il loro prodotto la prima birra transgender del mondo. Lo stesso nome, No Label (vale a dire “nessuna etichetta”), sta a richiamare i tanti tipi di orientamenti sessuali, e infatti le bottiglie sono avvolte in un’etichetta multicolor.

Lo slogan utilizzato per pubblicizzare il nuovo prodotto è emblematico: “Le birre, come gli esseri umani, possono sempre decidere cosa diavolo essere e andarne fiere”.

La Brewdog ha annunciato che i ricavati dalla vendita della birra andranno a sostenere il movimento Lgbt. Tuttavia, alcune associazioni gay hanno fatto sapere di avere qualche perplessità circa il linguaggio utilizzato per sponsorizzare la No Label. Il problema? Molti transgender restano in una fase intermedia per gran parte, se non per tutta, la loro vita. Non è detto quindi che si passi definitivamente da donna a uomo e/o viceversa. La birra invece allude ad un passaggio netto da un sesso all’altro…

Inoltre c’è anche chi critica tale strumentalizzazione del mondo transgender, perché ritiene si tratti solo di una questione di marketing. Dalla BrewDog, però, precisano che da sempre sono attivi nella battaglia per i diritti civili della comunità Lgbt. L’anno scorso, tanto per fare un esempio, hanno inventato la birra Vladimir (l’allusione è a Putin) con lo scopo di sensibilizzare riguardo la condizione dei gay in Russia.
Il lancio della birra coincide con l’apertura del nuovo bar di BrewDog a Soho, Londra. La zona un tempo era il quartiere a luci rosse della città, ma ora è diventata il fulcro della vita notturna più mainstream.
Ah, in tutto ciò, lo vogliamo ribadire, sia chiaro: la teoria gender non esiste.