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I fumettisti quando si parla di religione usano molti simboli cattolici
NEWS 26 Agosto 2019    di Redazione

I fumettisti quando si parla di religione usano molti simboli cattolici

Nelle varie saghe di supereroi, sia nei fumetti che nelle loro trasposizioni cinematografiche o televisive, si può rilevare che quando compare un riferimento religioso si tratta molto spesso di un sacerdote con il colletto romano, la stola, oppure edifici di chiese con riferimenti espliciti al culto liturgico cattolico o comunque con campanili, croci e simboli chiaramente cristiani. Vi sono diversi esempi al proposito come rileva un articolo pubblicato su Voyage comic & publishing.

Il motivo? Perché le storie di supereroi, sia di carta che in video, sono un mezzo visivo, quindi la scelta di utilizzare simboli chiari, come appunto il colletto romano o la stola, facilita il compito dello storyteller che non ha bisogno di aggiungere nulla: è evidente a cosa si sta riferendo.

«I pastori che indossano giacca e cravatta o abbigliamento casual devono essere spiegati come clero», scrive Matthew Heffron, «ma qualcuno che indossa abiti chiaramente clericali può semplicemente essere lì e sappiamo qual è il suo ruolo. Allo stesso modo, molti americani adorano in edifici che non sembrano chiese tradizionali, ma la maggior parte delle chiese nei fumetti ha un’architettura e un’arte tradizionali che ti fanno sapere immediatamente dove ti trovi».

L’alfabetizzazione di massa e il fiume di parole scritte che viene oggi pubblicato non ha per nulla eliminato la potenza della comunicazione visiva dei simboli. Anche i supereroi indossano un abito che li rende tali nell’esercizio dei loro poteri: «Spiderman non ha bisogno del suo costume per usare i suoi poteri e potrebbe usare altre cose per nascondere la sua identità, ma indossa comunque il simbolismo del suo costume».

Così un sacerdote può non indossare la stola per concedere l’assoluzione al momento della confessione, ma indossarla, e indossare chiaramente abiti clericali, offre un duplice vantaggio sia per il sacerdote che per il penitente: il sacerdote che indossa una stola prima di ascoltare una confessione dovrebbe aiutare il penitente a ricordare che il prete agisce in persona Christi. «La sua “superpotenza” di assolvere i peccati non dipende dalla striscia di stoffa viola, ma fornisce un simbolo per comprendere ciò che accadrà».

Quindi, questo esempio che arriva dal mondo dei supereroi ci permette di considerare ancora una volta la potenza e il valore dei simboli e dovrebbe portarci a rispettarli e rivalutarli. Contro la sciatteria e la superficialità dovremmo ricordare che «gli edifici religiosi, l’arte o paramenti liturgici dignitosi e appropriati non sono superflui o frivoli. Come cristiani, la nostra fede è incarnata: la Parola si è fatta carne e dovremmo mirare a incarnare anche la verità e la bellezza della nostra fede».


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