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Gary Krupp, leader ebreo americano: «Sono cresciuto odiando Pio XII, poi ho scoperto che era un eroe»
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18 Novembre 2014

Gary Krupp, leader ebreo americano: «Sono cresciuto odiando Pio XII, poi ho scoperto che era un eroe»

Gary Krupp è un ebreo americano che insieme a sua moglie Merry ha fondato, nel 2003, la Pave the Way Foundation, associazione religiosamente neutrale che si propone di cercare, individuare e contribuire ad eliminare gli ostacoli non-teologici che si infiltrano fra le religioni e la libera ricerca, e che impediscono la loro reciproca comprensione e collaborazione. Nel corso degli anni, Krupp è diventato anche un esperto della Seconda Guerra mondiale, concentrando in particolare i suoi studi sull'operato del Papa allora regnante, Pio XII, per salvare gli ebrei minacciati dalla persecuzione nazista. Giovanni Paolo II lo ha nominato Cavaliere dell’Ordine di San Gregorio Magno. In visita in questi giorni a Roma, ZENIT lo ha intervistato.

 

Durante le sue ricerche, cosa ha scoperto su Pio XII? In che modo ha aiutato il popolo ebraico durante l'Olocausto?

Grazie al lavoro di ricerca di Michael Hesemann, William Doino, padre Peter Gumpel, Dimitri Cavalli, Ron Rychlak e molti altri, possiamo affermare che Pio XII ha sempre aiutato e protetto gli ebrei. Abbiamo trovato molte lettere il cui si parla dell'invio di denaro da parte del Papa per proteggere gli ebrei a Vienna, a Tolosa, in Francia, a Campagna, in Campania, in Slovenia e nel resto d’Europa. Ci sono testimonianze di persone nascoste addirittura in Vaticano per un paio di settimane che poi sono fuggiti in Portogallo e da lì nella Repubblica Dominicana. Il nascondimento, il viaggio ed il trasporto fu tutto organizzato da Pio XII.

Quando ha deciso di studiare l'operato di Pio XII?

Io e mia moglie eravamo in Israele a pranzo dall’allora Nunzio Antonio Franco, il quale ci chiese un aiuto per rimuovere una lapide situata allo Yad Vashem, in cui si sosteneva che Pio XII non aveva fatto nulla per difendere gli ebrei. Ero perplesso e mi chiedevo ‘perché dovrei voler fare qualcosa per Pio XII?’. Poi è intervenuto qualcuno dall’alto dei cieli.. Ho ricevuto una telefonata dal capo del Consiglio dei Rabbini di New York. Il rabbino Joseph Potasnik mi dice: ‘sai, c'è un giornalista ebreo che vuole scrivere un libro su Pio XII. Puoi incontrarlo e aiutarlo  per poter avere qualche contatto a Roma?’.. Ho detto, "Guarda, non mi piace Pio XII, ma non ho intenzione di contribuire a un altro libro che provoca  la separazione tra ebrei e cattolici". Potasnik mi rispose: ‘No, no. Si tratta solo di un incontro’. Così, ho fatto. L'ho incontrato. Ed egli mi ha raccontato di aver intervistato il generale Karl Wolff (vice di Himmler e già comandante in Italia) prima di morire. Il libro che sto scrivendo racconta del piano di Hitler per invadere il Vaticano, rapire il Papa e portarlo a Lichtenstein dove sarebbe stato ucciso. Hitler voleva uccidere l'intera Curia romana e sequestrare il Vaticano". Alché gli ho risposto: ‘Ma che stai dicendo? Pio XII non era un collaboratore di Hitler?’. Mi ha replicato  “Assolutamente no. E’ esattamente il contrario”.

Il quel momento il mio punto di vista è cambiato. Ricevetti una telefonata dall’arcivescovo Celestino Migliore, attuale Nunzio in Polonia. Mi chiamò e mi disse: "Gary, penso che tu dovresti andare a trovare suor Margherita Marchione". Così sono andato nel New Jersey, ho incontrato suor Margherita la quale mi ha mostrato documenti, lettere, testimonianze di ebrei scampate all’Olocausto grazie all’intervento di Pacelli. All’inizio non mi sono fidato, così sono andato negli archivi del New York Times, del Palestine Post, del Jewish Telegraph Agency. Quest’ultimo è il servizio di notizie ebraico che dispone di un archivio che copre gli ultimi 100 anni. Ebbene, nel periodo tra il 1939 ed 1958, non c’è un solo articolo che parla male di Pio XII. Ero con mia moglie Mery e Michael Hesemann negli archivi vaticani quando abbiamo trovato un documento in cui si raccontava di come la Chiesa cattolica stava proteggendo gli ebrei già dal 1932. Incredibile!  Abbiamo trovato un articolo sulla rivista del B'nai Brith (la Lega anti diffamazione in difesa degli ebrei), che già nel 1938, scriveva che il Papa stava assumendo gli ebrei che erano stati licenziati dal governo italiano per le leggi razziali. Alcuni sostengono ancora che Pio XII non ha fatto abbastanza, ma basta leggere la documentazione raccolta dalle autorità ebraiche per scoprire  che la Chiesa cattolica, sotto il pontificato di Pio XII, potrebbe aver salvato circa 800.000 ebrei. Fino ad oggi la nostra Fondazione ha raccolto oltre 76.000 pagine di lettere, testimonianze, articoli e materiale in cui si mostra quanto Pio XII e la Chiesa cattolica fecero per salvare gli ebrei. 

Cosa pensa Papa Francesco di Pio XII?

Beh, so che è interessato perché tutte le sue dichiarazioni pubbliche sono state molto favorevole a Pio XII. Ho potuto parlare con il rabbino amico del Papa, Abraham Skorka a New York, il quale ha sollecitato che vengano aperti gli archivi vaticani.

Una delle accuse più cocenti è quella che Pio XII non avrebbe fatto nulla quando i nazisti ordinarono la razzia degli ebrei romani il 16 ottobre del 1943. Cosa può dirci in proposito?

Michael Hesemann ha trovato documenti da cui si dimostra che Pio XII inviò suo nipote Carlo Pacelli dal monsignore austriaco Alois Hudal affinchè facesse pressioni sul generale Reiner Stahel, comandante militare di Roma. Hudal chiedeva di fermare immediatamente l'arresto degli ebrei. La lettera venne consegnata al generale Stahel dal sacerdote Pancrazio Pfeiffer. A quel punto il generale chiamò Heinrich Himmler, capo delle SS, spiegando che per motivi di sicurezza militare era necessario fermare la razzia degli ebrei. Questa conversazione telefonica è stata confermata a padre Gumpel dal generale Dietrich Beelitz, il quale era incaricato di ascoltare tutte le conversazioni telefoniche che arrivavano al comando generale. Pave the Way è riuscita a trovare anche il telegramma originale in cui il comando di Berlino ordinava l'arresto degli 8.000 ebrei di Roma, i quali avrebbero dovuto essere inviati al campo di lavoro di Mauthausen e tenuti come ostaggio. Sembra che fu Adolf Eichmann ad annullare il telegramma e inviare gli arrestati nel campo di sterminio di Auschwitz. Abbiamo le prove che è stato Pio XII, che ha agito direttamente per fermare l'arresto degli ebrei e che ha lavorato tutto il tempo per nasconderli nei conventi, nei monasteri, nelle case, nelle chiese cattoliche, in tutta Italia. L'80% degli ebrei italiani è sopravvissuto allo sterminio, mentre l'80 per cento degli ebrei al di fuori d'Italia sono stati uccisi. La quasi totalità di chi si è salvato lo deve soprattutto a Pio XII ed alla Chiesa cattolica.

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