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Germania, tassista multato per adesivo che cita la Bibbia
NEWS 23 Febbraio 2024    di Paola Belletti

Germania, tassista multato per adesivo che cita la Bibbia

«Wasche mich!» (Lavami!). Questo il messaggio minatorio che ci si sarebbe potuti aspettare di vedere sul lunotto posteriore del taxi protagonista di questa vicenda: una innocua sanzione popolare che immaginiamo non sia diffusa solo in Italia. Invece no: al tassista tedesco in servizio nella città di Essen è arrivata una multa vera e propria per un piccolo adesivo incollato appena sopra il bagagliaio: il contenuto? Un versetto del Vangelo di Giovanni (14,6). Sulle pagine dell’Osservatorio su intolleranza e discriminazione contro i cristiani in Europa scopriamo che «Jalil Mashali, un tassista che ha vissuto in Germania per 22 anni dopo aver lasciato il suo paese d’origine, l’Iran, e in seguito si è convertito al cristianesimo a causa di un’esperienza personale, ha mostrato un piccolo adesivo di versetto biblico con la scritta “Gesù – Io sono la strada. La verità. E la vita” sul lunotto del suo taxi.»

A causa di quelle poche e, a quanto pare, intollerabili parole, nell’ottobre del 2023 è stato raggiunto da una lettera dell’autorità competente che gli contestava come stesse «mostrando “pubblicità religiosa” illegale ed è stato minacciato di una multa fino a 1.000 euro se non avesse risposto alle autorità e rimosso l’adesivo». L’uomo si è rifiutato di rimuovere l’adesivo ed è stato multato per 88,50 euro il 20 febbraio scorso. Ora ha dichiarato di essere intenzionato a contestare la sanzione con argomenti sensati e ragionevoli (tratti che non si rintracciano così facilmente nell’approccio delle autorità che hanno emesso la sanzione): «sostiene che l’adesivo non costituisce pubblicità a causa del contenuto, delle piccole dimensioni e del posizionamento (sul retro dell’auto, mentre la pubblicità sui taxi è normalmente sulle porte laterali).»

Ciò che l’uomo ritiene tanto ragionevole e irrinunciabile è il valore delle parole di Cristo, che non vendono alcun prodotto ma annunciano agli uomini la salvezza: «Secondo ADF International, che sta sostenendo il caso, il signor Mashali ha commentato: “Gesù è la cosa migliore che potrei raccomandare a chiunque perché ha cambiato la mia vita. Ecco perché ho l’adesivo sulla mia auto per chiunque sia interessato a vedere. Non sto cercando di causare problemi, ma non ho fatto nulla di male. Sono grato per questo paese in cui tutti dovrebbero essere liberi di condividere la loro fede.» Dal momento che, come insegna la Rivelazione,  la seconda persona della Trinità si è disturbata tanto da venire in mezzo a noi – e in che modo! – per aprire a chiunque Lo accolga la via della vera felicità, chi Lo ha già incontrato ritiene di doverne dare testimonianza.

In Europa, è innegabile, continua a manifestarsi una strisciante cristianofobia: nella civiltà che fa dei diritti (anche inventati) e delle libertà (anche fasulle) la propria bandiera, sembra che si possa promuovere qualsiasi costume, qualsiasi bislacca (se non devastante) applicazione del desiderio di autodeterminarsi, esclusa la fede cristiana. Il signor Mashali rimane coi piedi per terra e sa quanto avrebbe rischiato nel suo paese d’origine se avesse manifestato pubblicamente la propria fede cattolica, nondimeno rimane determinato a difendere fino in fondo ciò che in Germania è dichiaratamente protetto, la libertà di espressione. Quello che ha da esprimere non vuole essere costretto a tacerlo, né con la forza bruta – come sarebbe probabilmente avvenuto in Iran, né per mezzo della burocrazia più ottusa.

(Fonte foto: Pexels.com)

 


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