L’aborto «è un crimine. È fare fuori uno per salvare un altro. È quello che fa la mafia». (Conferenza stampa durante il volo di ritorno dal Messico, 17 febbraio 2016). L’aborto «è come affittare un sicario per risolvere un problema». (Udienza generale,10 ottobre 2018). Sono tutte parole di papa Francesco, di quelle che i giornaloni e telegiornaloni faticano a mandare in onda. Quelle che i vaticanisti a la page incartano tra le righe e i titolisti dimenticano.
«Lungi da me giudicare storie e persone, semmai il principio. Stiamo scambiando un delitto per un diritto». Lo ha detto ancora papa Francesco parlando di aborto? No, queste parole le ha pronunciate il vicedirettore del Tg1 Incoronata Boccia a Che sarà (foto), il programma di Rai 3 condotto da Serena Bortone, quello sulla bocca di tutti per la vicenda dello stop al monologo (antifascista) sul 25 aprile di Antonio Scurati.
«Stiamo scambiando un delitto per diritto. Qua si ha paura di dire – persino la politica ce l’ha – che l’aborto è un omicidio». Sguardi persi nel vuoto, silenzio in studio. Sgomento. E la Boccia ha portato anche l’esempio di ciò che disse Madre Teresa di Calcutta nel suo famoso discorso per la consegna del Nobel nel 1979, quando la piccola suora con il sari bianco e azzurro mandò ai matti i benpensanti che stavano per premiarla. «Io sento», disse Madre Teresa, «che il più grande distruttore della pace oggi è l’aborto, perché è una guerra diretta, un’uccisione diretta, un omicidio commesso dalla madre stessa».
Ovviamente le parole della Boccia hanno subito allertato le prefiche in servizio permanente attivo, tutte a lanciare alti lai per lesa libertà. Magari le stesse prefiche che fino a poco prima si erano disperate per la censura a Scurati. E così chi si stava stracciando le vesti per la “censura” a Scurati si è ritrovato a “censurare” il pensiero della Boccia. Il che, come chiosava Giovannino Guareschi, è bello e istruttivo.
Libertà d’opinione a velocità variabile, ammesso che in tema di aborto in Italia sia ancora possibile parlare di garanzia della libertà di pensiero. Norberto Bobbio diceva di essere «contrario all’aborto dal punto di vista etico perché l’aborto è contrario al diritto alla vita». E tanto basta per poter esprimere dal punto di vista etico le proprie opinioni, nel pieno rispetto delle leggi e delle persone. A meno che non ci sia un fascismo del pensiero che decide sulle opinioni a seconda del vento.
Ci sarebbe poi da aggiungere un dettaglio. Per pensarla con Incoronata Boccia o con papa Francesco non c’è bisogno di chissà quale dimensione mistico-spirituale, ma semplicemente ragionar di scienza: lo zigote è un organismo programmato. Nell’embrione la crescita e lo sviluppo avvengono in modo coordinato, continuo, graduale, senza interruzioni o salti: da quelle poche cellule si svilupperà il bambino e l’adulto che sarà. Interrompere questo sviluppo è un delitto, a meno che qualcuno non si prenda la briga di decidere cosa è un essere umano, ma il pendio è assai scivoloso e il baratro verso l’eugenetica nazista dietro l’angolo.
Proponiamo una processione laica con in testa il vicedirettore del Tg1 Incoronata Boccia, sarebbe l’occasione per riflettere davvero sullo stato della libertà di pensiero in Italia.
(Immagine: screenshot Che sarà, Rai3, puntata del 20 aprile 2024)
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