La Chiesa apostolica armena canonizza ufficialmente 1,5 milioni di vittime del genocidio armeno, alla vigilia delle commemorazioni del suo centenario e nonostante le critiche della Turchia che rifiuta la definizione di genocidio per il massacro di armeni da parte degli ottomani. Si tratta della più grande canonizzazione mai decisa da una Chiesa cristiana.
Canonizzando le vittime, «la Chiesa non fa altro che riconoscere i fatti, ossia il genocidio», ha sottolineato il capo della chiesa armena, il patriarca supremo e il Catholicos di tutti gli armeni, Karekin II, che celebrerà la cerimonia a Echmiadzin, a una ventina di km da Ierevan, in un edificio del IV secolo considerato la prima chiesa al mondo a essere stata costruita per volontà statale.
«Per noi armeni, è un obbligo morale e un diritto ricordare il milione e mezzo dei nostri che sono morti e delle centinaia di migliaia di persone che hanno subito delle privazioni inumane», ha dichiarato il presidente armeno Serzh Sarksyan. La cerimonia di canonizzazione è in programma per ricordare l'anno del genocidio armeno (1915). Subito dopo è previsto che le campane suonino in tutte le chiese armene del mondo prima di un minuto di silenzio.
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