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«I documenti riportino il sesso cui uno ambisce». Lo chiede il trans «infiltrato» in prima serata RAI
NEWS 3 Ottobre 2014    

«I documenti riportino il sesso cui uno ambisce». Lo chiede il trans «infiltrato» in prima serata RAI

L’ennesima starlette della RAI è un uomo che dice di sentirsi donna da che aveva 17 anni e che sbarca il lunario truccando gli altri. Sta diventando il beniamino del pubblico grazie al programma “Pechino Express” dove però tutti evitano di parlare della sua omo-transessualità. Tanto ne parla il Corriere della Sera sul web, svelando ridicolmente un “segreto di Pulcinella.

La strategia infatti oggi giorno è un’altra. La strategia è quella di far passare l’omosessualità davvero come la normalità, tanto che non ce n’è più nemmeno bisogno di dirne (e di meravigliarsene), e di rendere concretezza quotidiana il desiderio sballato e l’utopia attraverso il volontarismo più smaccato.

Alessandra Angeli (in realtà immaginiamo si chiami Alessandro) lo dice con chiarezza: «Ci sono persone che si operano perché si vogliono vedere nello specchio come si sono sempre sentiti ma c’è anche chi lo fa in risposta alla forte pressione sociale insita nella legge 164 dell’82, una legge molto vecchia. Un documento dovrebbe registrare il genere a cui ambisci: dovrebbe dipendere da quello, non dal fatto che ti operi o meno. Ci sono Paesi, come la Germania, che lo fanno: dopo un anno di test del sesso nel genere di arrivo ti danno i documenti femminili senza che tu ti operi. Questo permette di arrivare alla eventuale scelta di farlo in modo sereno, senza avere pressioni sociali. La trovo una cosa molto civile».