Maggio, mese delle rose e mese in cui rifiorisce la devozione a colei che, come le rose, rappresenta la bellezza senza tempo, la purezza e l’amore: la Vergine Maria. I santi hanno, infatti spesso parlato di Maria come la più bella tra le rose. Maria è definita “rosa mistica”, il fiore che simboleggia, cioè la Grazia di Dio.
E’ antica l’’associazione di Maria alle rose, affonda le radici nel Medioevo, quando, nel XIII secolo, la Madre di Dio iniziò a essere celebrata da Alfonso X , re di Castiglia e Leon, in Las Cantigas de Santa Maria come: «Rosa delle rose, fiore dei fiori, donna fra le donne, unica signora, luce dei santi e dei cieli via». E nella parola “rosario”, il richiamo ai fiori è evidente.
Una “corona di Rose” il rosario: la Madonna ha, infatti, rivelato che ogni volta che si dice un’Ave Maria è come se le si donasse una rosa e che, dunque, con ogni Rosario completo, le si dona un’ intera corona di rose. Ma c’è di più, perché in risposta a chi obietta che il santo rosario si basa su una serie di vuote ripetizioni, va sottolineato che, al contrario, parliamo di una preghiera “biblica”, perché ogni sua singola orazione riporta fedelmente alcuni brani della Scrittura.
E’, inoltre, una preghiera che racchiude in maniera completa, la storia della nostra salvezza, dalla nascita di Gesù, coi misteri gaudiosi, passando per i misteri luminosi che mostrano la potenza e la divinità di Gesù, fino ai misteri dolorosi che raccontano il suo Sacrificio, terminando con la celebrazione della potenza della resurrezione, nei misteri gloriosi.
Per questo santa Teresa di Lisieux lo definisce «la dolce catena che ci rannoda a Dio», mettendoci direttamente in contatto con Lui, attraverso il ricordo delle opere compiute da Suo Figlio. Arma potente nell’ottenere Grazie, addirittura “bancarotta del diavolo” sosteneva don Bosco. Mentre san Pio, poco prima di morire, come testamento spirituale pronunciò queste ultime parole: «Amate la Madonna e fatela amare, recitate sempre il rosario».
A proposito del santo da Pietrelcina padre Marcellino Iasenzaniro, suo confratello e assistente, ha testimoniato che al mattino occorreva lavargli le mani una per volta, perché Padre Pio non voleva posare mai la corona. Insomma, davvero un invito costante che ritroviamo in tutti i santi a vivere profondamente la preghiera del rosario, soprattutto nel mese ad esso dedicato, perché come ha detto più volte suor Lucia di Fatima «non c’è problema né materiale né spirituale che non si possa risolvere con il S. Rosario e con i nostri sacrifici».
Un invito lanciato anche dal Timone attraverso il libricino con le meditazioni dei misteri di padre Serafino Tognetti, sacerdote e monaco della Comunità dei figli di Dio fondata da don Divo Barsotti. Invito che si basa anche sulla definizione del rosario come «arma lucis», arma di luce «contro i pericoli che incombono sul mondo», come riporta anche un documento di Sisto IV del 1479, tra i più antichi atti pontifici sul Rosario. (Fonte foto: Pexels)
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