La libertà di educazione è uno dei “princìpi non negoziabili”, ed è un diritto imprescindibile della famiglia.
Il Presidente della Conferenza episcopale italiana, card. Angelo Bagnasco, nella Prolusione al Consiglio Episcopale Permanente pronunciata a Roma il 27 gennaio 2014, lo ha ricordato con parole decise, persino opportunamente dure: «A questo proposito, non possiamo – per ragioni di giustizia – non rilevare ancora una volta la grave discriminazione per cui, nel nostro Paese, da un lato si riconosce la libertà educativa dei genitori, e dall’altro la si nega nei fatti, costringendoli ad affrontare pesi economici supplementari. In questa sede vogliamo ringraziare pubblicamente e confermare la nostra crescente stima verso le comunità cristiane e gli Istituti religiosi che resistono con altissimi sacrifici per non chiudere le loro scuole, spesso anche di grande prestigio storico e culturale. Ogni anno, chiudere delle scuole cattoliche – di qualunque ordine e grado – rappresenta un documentato aggravio sul bilancio dello Stato, un irrimediabile impoverimento della società e della cultura, e viene meno un necessario servizio alle famiglie».
Peccato che in molte, troppe omelie domenicali questo punto fondamentale e qualificante del magistero episcopale venga bellamente ignorato.
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