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Il comunista Nichi «padre» con l’«utero in affitto» che il comunista Rizzo definisce roba da «Mengele»
NEWS 29 Febbraio 2016    

Il comunista Nichi «padre» con l’«utero in affitto» che il comunista Rizzo definisce roba da «Mengele»

Marco Rizzo, torinese, è uno dei pochi a definirsi ancora orgogliosamente comunista. Nato politicamente nel Partito Comunista Italiano, passato poi a Rifondazione Comunista ei ai Counisti Italiani. Oggi è il segretario del Partito Comunista, fondato da lui stesso nel 2014, e candidato sindaco a Torino.

Dal suo maestro il filosofo Herbert Marcuse ‒ di per sé un maestro della dissoluzione ‒ ha imparato la teoria dei “falsi bisogni” ed è così che bolla il ddl Cirinnà: un’esigenza artificiale, creata appositamente solo per distogliere le attenzioni del popolo (il linguaggio è quello di un vecchio comunista ma l’argomento è reale) dai problemi concreti e veri che lo affliggono (i salari, il lavoro, le pensioni). Insomma, solo “un arma di distrazione di massa”.

Così, alla domanda di Federico Cenci, giornalista dell’agenzia Zenit, su cosa egli pensi dell’“utero in affitto” ‒ la pratica con cui il sui ex compagno di partito, Nichi Vendola, e il suo compagno omosessuale, Eddy Testa, hanno appena avuto un figlio in California ‒ Rizzo si esprime senza mezzi ermini, evocando scenari da raccapriccio: «Si tratta di una mercificazione. Già l’idea di “comprarsi” un bimbo, per giunta sottraendolo alla donna che lo porta in grembo per nove mesi, mi sembra una follia. Ma la questione è ancora più grave se si pensa che alcune coppie persino scelgono le caratteristiche fisiche del bambino: il colore degli occhi, dei capelli, l’altezza… Così si arriva all’eugenetica, alle teorie del dottor Mengele. Trovo tutto ciò abominevole prima ancora che una forma di sfruttamento del ricco sul povero».

Nella foto di questa pagina compaiono l'ex governatore della Puglia Nichi Vendola (a sinistra) e il compagno italo-canadese Eddy Testa (di circa 20 anni più giovane), che è il padre genetico del piccolo Tobia Antonio nato in una clinica californiana sabato 27 febbraio. A raccontare il «fiocco arcobaleno» è il quotidiano Libero di domenica 28 febbraio. Secondo le indiscrezioni raccolte dal giornalista Giacomo Amadori, la madre genetica sarebbe californiana mentre l’utero dovrebbe essere di «una donna di origine indonesiana residente negli Stati Uniti».

Marco Rizzo: