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Il libro testamento di Robert H. Benson: con Dio anche la solitudine puà trasformarsi in pienezza
NEWS 31 Maggio 2016    

Il libro testamento di Robert H. Benson: con Dio anche la solitudine puà trasformarsi in pienezza

di Luca Fumagalli

 

Pubblicato postumo nel 1915, Loneliness? – solitudine – è l’ultimo libro scritto da mons. Robert Hugh Benson, un racconto moderno dalla forte caratura psicologica che ripercorre il tema della rinuncia di sé, uno dei più cari e indagati dall’autore.

La giovane cantante Marion Tenderton ritorna a Londra alla ricerca di un contratto dopo mesi trascorsi in Germania per perfezionare le già brillanti doti canore. Quando la ragazza si innamora di Max Merival, la famiglia protestante del rampollo è molto preoccupata sia per la fede cattolica di Marion che per la sua carriera di cantante d’opera, giudicata sconveniente. Il suo confessore le consiglia allora di chiedere a Max di convertirsi al cattolicesimo prima del matrimonio, facendogli promettere di educare nell’antica fede anche i figli. L’uomo, però, non sembra molto convinto e la paura di perderlo fa vacillare Marion. Le difficoltà sono solo all’inizio: qualche tempo dopo, a causa di un incidente in scena, la ragazza danneggia irrimediabilmente la voce, che non ritorna neanche dopo una delicata operazione alle tonsille. Disperata e priva di qualsiasi sostegno, sta quasi per sposare Max con rito anglicano, ma all’ultimo si convince ad abbandonare il proposito e a rompere il fidanzamento. Nella meditazione silenziosa e nella preghiera si realizza finalmente quell’irrinunciabile legame con Cristo che da tempo cercava.

Il romanzo di congedo di Benson è una sorta di testamento umano e spirituale in cui riecheggiano le memorie e gli affetti di una vita. Sulle note di Wagner si dipana la storia di una conversione vissuta principalmente attraverso l’allontanamento da tutto, anche dagli effetti più chiari. Aiutata dalla fedele Maggie – un’anziana convertita che ha preso a cuore la sua sorte – Marion vive dapprima il fasto della mondanità per poi perdersi nelle tenebre della commiserazione e dell’errore. Nonostante i limiti, la fedeltà all’ideale cristiano diviene l’appiglio per redimere un’esistenza vissuta incoerentemente e per ridare nuovo lustro alla propria umanità.

La solitudine, alla fine, assume un valore inaspettatamente positivo: per la prima volta la ragazza capisce che la parola non implica disperazione, ma può significare la presenza di qualcun altro, come la solitudine di una stella che brilla sullo sfondo scuro della notte.

PS Purtroppo il romanzo non è mai stato pubblicato in Italia. L’edizione aggiornata in lingua inglese è facilmente reperibile on-line.