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«Il mondo? È in mano ai viziati che hanno fatto il ‘68»
NEWS 19 Maggio 2022    di Redazione

«Il mondo? È in mano ai viziati che hanno fatto il ‘68»

Parole dure quelle scelte da Monsignor David Macaire, arcivescovo di Saint-Pierre et Fort-de-France per commentare i tempi che stiamo vivendo. «Ciò che si sta rivelando davanti ai nostri occhi non è la fine della pace o il ritorno della tragedia, ma la dissipazione della cortina di fumo costruita dall’ideologia imperialista occidentale che ha governato il mondo dopo la seconda guerra mondiale. Un mondo in cui il progresso della tecnologia, del commercio e della democrazia liberale dovrebbe garantire dolcezza, calma e piacere…».

Si rivolge poi ai «ragazzi viziati che hanno fatto maggio ’68», che dopo essersi lasciati alle spalle due guerre mondiali, additando le generazioni precedenti, si sono sentiti giustificati a giudicare la loro eredità. «Ma hanno fatto di meglio?», si chiede monsignor Macaire, «detentori di un potere sproporzionato sulla società, sulle menti e sull’ambiente, hanno spinto al limite la loro concezione di libertà: licenziosità politica, licenziosità morale, liberalismo economico… Hanno promesso un mondo realizzato grazie al “tutto è permesso”».

L’Occidente che naviga nella prosperità economica, nell’iperinformazione e nella tecnologia «è più imperialista che mai […]. lungi dal generare i promessi tempi felici, pacifici e prosperi, l’ideologia dominante ha prodotto disperazione, disillusione, spreco, divisioni, droghe, violenza, dissolutezza, suicidi, angoscia, un sentimento di maledizione… in breve, un grande burlare!». La felicità profonda, la gioia di vivere e la serenità non compaiono nell’elenco dei bisogni necessari di questa società, «questo è particolarmente vero qui alle Antille», prosegue monsignor Macaire, «da 50 anni ville, strade, strutture, spazi di svago e consumi per tutti. Nonostante questo, il Paese si sta svuotando».

Quel fumo che ottenebra la nostra vista per un po’ sembra essersi sfumato: «Il virus Covid-19, la guerra in Ucraina e le successive crisi hanno schiaffeggiato gli idoli fatti dalla mano dell’uomo. Tutto si è rivelato “vanità e vessazione dello spirito” (Eccl 1,14). Le opere della mente umana, quando non temono Dio, si rivelano terribili maestri. Facendo a meno del Buon Dio, dei suoi servi, della sua liturgia e persino del suo Nome, la nostra società basata sull’umanesimo, la scienza, la politica e l’economia si è smarrita. Lungi dal liberare l’uomo, lo ha accecato, reso schiavo e stregato».

Conclude poi il suo articolo citando un video visto su Youtube: «Mio nonno ha camminato 10 miglia, mio ​​padre 5 miglia, io guido una Cadillac, mio ​​figlio una Mercedes e mio nipote guiderà una Ferrari… ma il mio pronipote camminerà ancora», come mai il pronipote camminerà? «Perché i tempi difficili rendono gli uomini forti, gli uomini forti creano i tempi facili, i tempi facili rendono gli uomini deboli e gli uomini deboli fanno i tempi difficili». Allora forse in futuro si camminerà, saremo più poveri, ma più dignitosi torneremo a vedere.


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