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Il neo presidente della Camera Fontana ha una colpa grave: recita 50 Ave Maria al giorno
NEWS 14 Ottobre 2022    di Lorenzo Bertocchi

Il neo presidente della Camera Fontana ha una colpa grave: recita 50 Ave Maria al giorno

Il nuovo Presidente della Camera dei deputati è Lorenzo Fontana, vicesegretario della Lega, già Ministro della famiglia nel governo giallo-verde del primo governo Conte. La sua elezione è avvenuta questa mattina a Palazzo Madama con 222 preferenze.

Ma chi è il nuovo Presidente della Camera? Laura Boldrini, già presidenta della stessa Camera, ha il merito indiscusso di darne la sintesi in un tweet: «Putiniano mai pentito, antiabortista, contro le persone LGBTQIA+, tifoso dell’ultradestra euroscettica e anti-immigrazione nell’Ue. Un nemico di diritti civili e autodeterminazione delle donne». Un curriculum di tutto rispetto quello di Fontana cinguettato dalla Boldrini, che merita la chiosa del segretario Pd Enrico Letta, sempre con il social dell’uccellino blu: «Peggio di così nemmeno con l’immaginazione più sfrenata. L’Italia, non merita questo sfregio. #Fontana».

Secondo Monica Cirinnà, che non essendo stata rieletta può seguire tutto dalla sua «Capalbio Fattoria», quella dove furono incomprensibilmente trovati 25.000 euro nella cuccia del cane, dice che con l’elezione di Fontana «le destre unite svelano la loro vera faccia: omofoba, misogina, sessista e filoputiniana. Il re è nudo».

Comunque il neo Presidente della Camera pare avere una colpa molto più grave, la radice forse di tutte queste che gli vengono imputate. Secondo i più il neo presidente sarebbe «ultracattolico», cioè, probabilmente, uno che esagera con la religione, un po’ come se fosse il vino. Peraltro secondo l’attore Luca Bizzarri, sembrerebbe che questa, quella dell’ultracattolico, possa essere addirittura «una malattia».

Non sappiamo se Lorenzo Fontana svolgerà bene il suo nuovo ruolo, francamente, come italiani, ce lo auguriamo. Abbiamo qualche dubbio sul curriculum snocciolato dalla già presidenta Boldrini. Però il vero problema, la notizia delle notizie, la svela Repubblica in un pezzo on line: Lorenzo Fontana, tenetevi forte, «recita cinquanta Ave Maria al giorno», che tecnicamente sarebbe poi una quarta parte del Rosario intero.

Avvisiamo il neo presidente Fontana che, in ogni caso, può sempre appellarsi alla Corte europea dei diritti dell’uomo richiamandosi alla «libertà di espressione», qualora gli fosse interdetta la possibilità di continuare a recitare le sue 50 Ave Marie quotidiane. Perché recentemente la CEDU ha condannato il governo francese per aver sanzionato una Femen, quelle signorine simpatiche che girano a seno nudo e a favor di camera, quando nel 2013, davanti all’altare della chiesa della Madelaine a Parigi, aveva mimato un aborto del bambino Gesù ponendo pezzi di fegato di vitello ai piedi dell’altare. Per la CEDU il governo di Parigi aveva esagerato nel condannare la performance della signorina come blasfema, da Strasburgo sentenziano che quella fu una condanna sproporzionata, perché non si teneva conto «dell’ingerenza con la libertà di espressione».

Quindi, se il neo presidente della Camera dovesse vedersi con le spalle al muro, magari considerato «malato» in quanto ultracattolico, e tuttavia volesse continuare a recitare le sue Ave Maria, potrà sempre rivolgersi alla CEDU richiamandosi appunto alla «libertà di espressione». Perché, come ha detto lo stesso Fontana nel suo discorso di insediamento alla Camera, «l’omologazione è lo strumento dei totalitarismi delle imposizioni centrali sull’espressione della volontà dei cittadini. Il beato Carlo Acutis disse che tutti nascono originali, ma molti muoiono come fotocopie». Sperando che alla CEDU, posti di fronte alla «libertà di espressione» delle 50 Ave Marie, siano clementi come lo sono stati con la Femen che mimava l’aborto di Gesù da parte di sua Madre Maria.


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