Se la stoffa di un uomo e di un cristiano si vede nel momento estremo, di fronte alla morte, chi ha potuto stare vicino a Mario nei mesi della malattia sa di che pregio fosse. Ha vissuto la sua prova con una dignità, un’eleganza, perfino un senso dell’umorismo che solo chi ha costruito la sua vita sulla Roccia può permettersi di avere. Il segno che ha lasciato nel cattolicesimo italiano, nel campo della bioetica e nel mondo pro-life è profondo e ci vorrà tempo per capirlo appieno. Il Timone, di cui Mario è stato una colonna, ringrazia Dio per averlo avuto accanto, come amico e maestro, e prega per lui e per la sua splendida famiglia.
Il ricordo che vogliamo offrire a tutti i lettori è una sua conferenza tenuta lo scorso 23 ottobre sulla famiglia, al «Cafè teologico» di Verona. In quegli stessi giorni Mario, in un’intervista rilasciata al periodico dehoniano Settimana, diceva: «Spero nella misericordia del Signore e nel fatto che altri raccoglieranno parte delle mie aspirazioni e delle mie battaglie, per continuare l’antico duello». E’ quello che faremo.
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