La Cina è intenzionata a stringere ulteriormente la morsa sulle comunità religiose: è questo il senso di un articolo pubblicato nei giorni scorsi sul giornale del Partito comunista cinese che si occupa specificamente di problemi di fede, Zhongguo Mingzu Bao.
L’articolo, pubblicato l’8 ottobre, faceva allusione a un’ulteriore stretta del controllo, e repressione, sulle chiese, il clero e le comunità religiose. Uno dei punti chiave era il riferimento al desiderio di Xi di “minimizzare l’influenza straniera sulle istituzioni cinesi”.
Gli osservatori fanno notare che già da due anni le autorità si sforzano di creare leggi e regolamenti sempre più stretti sui gruppi cristiani in Cina, in particolare nello Zhejiang, dove secondo alcune fonti sono state rimosse o demolite le croci da circa 1700 chiese o luoghi di culto.
Fonti statunitensi protestanti leggono questo irrigidimento come un effetto da una parte dell’atmosfera crescente di sospetto delle autorità verso il cristianesimo, e dall’altra come una conseguenza della crescita numerica dei fedeli di ogni confessione cristiana. C’è chi parla di migliaia di conversioni, e di un numero globale di cristiani, in particolare evangelici, che toccherebbe quasi i cento milioni.
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