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Il Primate d’Irlanda Martin: «Opporsi alle leggi sul suicidio assistito»
NEWS 17 Ottobre 2024    di Manuela Antonacci

Il Primate d’Irlanda Martin: «Opporsi alle leggi sul suicidio assistito»

Anche se, nelle ultime settimane, l’attenzione dei media è puntata sui politici britannici che stanno discutendo in Parlamento  l’ Assisted Dying Bill, un disegno di legge sul suicidio assistito, che ha meritato la chiara e netta condanna, tramite una lunga lettera pastorale, da parte dell’arcivescovo di Westminster, il cardinale Vincent Nichols,  tuttavia una certa attenzione l’ha riscossa anche il richiamo dell’arcivescovo irlandese Eamon Martin che ha ricordato ai cattolici che un disegno di legge simile è in fase di valutazione anche a Dublino questa settimana.

L’arcivescovo di Armagh, come primate di tutta l’Irlanda, ha invitato i cittadini sia del nord che del sud dell’isola a opporsi alla legalizzazione del suicidio assistito che rischia di diventare, molto presto, peraltro, una tragica realtà nel paese.

Già il 17 ottobre, in Irlanda, il Rapporto finale sulla legge sulla morte assistita sarà discusso dai membri della Camera Bassa del parlamento nazionale irlandese. Il Rapporto raccomanda che il governo irlandese «introduca una legislazione che consenta la morte assistita, in determinate circostanze limitate, come stabilito nelle raccomandazioni contenute in questo documento».

Ma il prelato non ci sta e, limitazioni o no, che di fatto rappresenterebbero solo un palliativo rispetto alla deriva mortifera che rischia di profilarsi all’orizzonte, ha invitato le persone a esprimere la propria opposizione alla legge, per proteggere la “cultura della vita” nella società, sottolineando che non si tratta unicamente di una questione di fede, ma che anche molti  medici sono profondamente preoccupati per il rischio che la legge venga approvata.

«Per tutti coloro che hanno a cuore una cultura della vita in queste isole, l’introduzione di leggi che consentano il suicidio assistito è un affronto a una società sicura. Una manovra legislativa che dovrebbe essere fortemente contrastata», ha affermato l’arcivescovo.

Infatti, sottolinea il prelato, «come società, siamo definiti dalla misura in cui ci prendiamo cura delle persone più vulnerabili, comprese quelle che soffrono di disabilità, malattie terminali o che si avvicinano comunque alla fine della vita», ha continuato.

Proprio le persone con disabilità, ha fatto notare, hanno espresso preoccupazione per il fatto che la legalizzazione del suicidio assistito rappresenti una minaccia per loro che hanno più bisogno di assistenza medica e protezione.

Importanti, a tal proposito le dichiarazioni dell’attrice televisiva britannica Liz Carr a cui è stata diagnosticata l’artrogriposi multipla congenita – una rara malattia genetica nei muscoli e nelle articolazioni – quando aveva sette anni.

Al Daily Mail ha dichiarato, riferendosi proprio alla possibilità che il disegno di legge passi: «Non appena si tratta di una persona disabile o malata, la gente pensa che sia giusto che vada incontro alla morte medicalmente assistita, perché, in fin dei conti, sono convinti che sia meglio essere morti che disabili».

Perciò, nel suo messaggio, mons. Martin ha esortato “tutte le persone di buona volontà” a contattare quanto prima i propri parlamentari per chiedere loro di respingere qualsiasi legge che legalizzi il suicidio assistito.

«Chiedo agli elettori di contattare i propri parlamentari per verificarne l’ impegno nel difendere l’importanza delle cure per alleviare le sofferenze del fine vita e per siglare, attraverso i manifesti elettorali, il loro impegno nel promuovere investimenti volti a migliorare le cure palliative e la messa a disposizione di appositi hospice», ha affermato l’arcivescovo.

Il 24 giugno scorso, inoltre, la Conferenza episcopale irlandese ha pubblicato una lettera pastorale intitolata «La libertà di vivere pienamente, fino al momento della morte», che riflette l’insegnamento della Chiesa sulle cure riservate al fine della vita, insieme al video di accompagnamento Through The Valley che attinge all’esperienza dei familiari e degli operatori sanitari mostrando il modo in cui accompagnano le persone nelle fasi finali della vita.

Insomma, uno spettro tremendo minaccia in questi giorni il Regno Unito, al punto che il vescovo di Portsmouth  avverte che «una volta superata questa linea, la nostra società non sarà mai più la stessa», ben consapevole che, tuttavia, la Chiesa cattolica è rimasta piuttosto sola nell’opporsi a  tale disegno di legge e nell’opporvisi apertamente.

(Foto: Diocesi di Armagh)

 


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