Domenica 07 Dicembre 2025

Inghilterra e Galles, i giovani cattolici praticanti sono il doppio degli anglicani

L'"apertura" all'ideologia woke e al liberalismo teologico sta facendo male alla "Chiesa" fondata da re Enrico VIII. Una lezione anche per noi

Giovani cattolici
In un’epoca in cui l’Occidente sembra aver definitivamente dimenticato le sue radici spirituali, qualcosa di inaspettato sta accadendo. E sta accadendo proprio là dove meno uno se lo aspetterebbe: nel Regno Unito, Paese noto per essere tra i più secolarizzati del mondo. Ebbene, da quelle parti sta avvenendo – dicevamo – qualcosa di decisamente inatteso: un risveglio religioso, silenzioso ma reale. Non gridato, non orchestrato dai media, eppure reale. È un fenomeno che nasce dal basso, dai giovani, e che ha il volto più credibile in assoluto: quello della fede vissuta, quella che non si limita alla mera appartenenza, ma che si concretizza nell’impegno quotidiano. Secondo il rapporto The Quiet Revival, pubblicato dalla Società Biblica, la pratica cristiana tra i giovani adulti in Inghilterra e Galles è in crescita. Nonostante una società fortemente secolarizzata - dove meno della metà della popolazione si identifica oggi come cristiana - l’assistenza mensile alle funzioni religiose è salita dal 4% al 16% nella fascia 18-24 anni. E tra i giovani uomini, si arriva addirittura al 21%. Un dato che segna una tendenza interessante e, per molti, sorprendente, che sfida tutte le previsioni sul lento ma inesorabile declino della religione in Europa. Ma la sorpresa non finisce qui: i giovani cattolici praticanti hanno ormai doppiato i loro coetanei anglicani. Una dinamica inattesa, che sovverte completamente le narrazioni dominanti sul declino della religione e che mette in discussione le strategie di “adattamento culturale” - noi diremmo “di apertura” adottate dalla Chiesa anglicana. Perché i giovani si stanno allontanando da una Chiesa sempre più vicina ai dettami del pensiero woke e alle mode ideologiche, e si stanno invece avvicinando alla solidità, della tradizione cattolica? Forse perché cercano autenticità, identità, profondità; non slogan né accomodamenti ai «venti di dottrina» (Joseph Ratzinger). Così, mentre l’establishment ecclesiastico anglicano sembra rincorrere la modernità per restare “rilevante”, molti giovani sembrano preferire una fede che osa ancora parlare di verità, di salvezza, di Dio. Una fede che, pur senza clamore, continua ad attirare, soprattutto nelle comunità pentecostali e cattoliche, dove la dimensione spirituale non è un accessorio, ma il cuore pulsante dell’esperienza religiosa. È una fede che non si adatta alle mode, ma che resiste, offrendo risposte concrete e profonde e non ha paura di affrontare le sfide della modernità. I dati mostrano, a ben vedere, anche un altro aspetto interessante: la pratica è più forte tra le minoranze etniche, spesso figli di immigrati, che vivono la fede in modo vivo e comunitario. Diversamente da quanto pronosticato da tanti profeti di sventura, il cristianesimo quindi non muore. Cambia volto. Si fa più giovane, più variegato, e torna ad essere un punto di riferimento per chi cerca senso in un mondo disorientato. Questa silenziosa trasformazione - non solo legata ai numeri ma anche ai volti, ai luoghi e alle dinamiche sociali - è un chiaro segno che la religione non è in agonia, ma si sta rinnovando e sta rispondendo alle sfide del nostro tempo con un nuovo linguaggio. Ecco perché questo risveglio silenzioso va preso sul serio. Non si tratta solo di numeri, ma di segnali culturali profondi; di una generazione che, tra crisi di salute mentale e frammentazione sociale, riscopre nella Chiesa un luogo di appartenenza, di consolazione, di verità autentiche, che non deludono. Attenzione, non si tratta di un ritorno nostalgico al passato, ma di un rinnovamento autentico che affonda le radici in un’umanità che cerca risposte, che vuole ridare un senso alla propria vita. Hanno insomma ragione sociologi come Eric Kaufmann - che proprio sul ritorno in atteso dalla fede è stato intervistato sulle pagine del nostro mensile (qui per abbonarsi) - i quali, da anni, ripetono che la religione non è morta; neppure la Chiesa e neppure in Occidente. Basta abbondare lo slogan delle “aperture” necessarie ed avere l’onestà di riconoscerlo. La Chiesa cattolica, infatti, sta vivendo una sorta di risveglio silenzioso, quasi invisibile e lontano dai riflettori, ma altrettanto reale e significativo (Foto: Imagoeconomica) ABBONATI ORA ALLA RIVISTA!

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